Your Honor


Michael Desiato è un giudice di quelli che usano il buonsenso e un alto senso della giustizia. Rimasto vedovo da poco, ha un figlio, Adam, che è probabilmente l’unico motivo della sua esistenza.

Adam è un ragazzo introverso, amante della fotografia e di Vivien Meier. Un anno dopo la morte della madre, nello stesso giorno, Adam prende la vecchia Volvo che era della madre va sullo stesso luogo dove lei morì per renderle omaggio con dei fiori.


Ora, la vita non sempre scorre lineare, e Adam si trova in una situazione alla quale non era preparato.

Ha un incidente con la macchina colpendo un ragazzo che corre veloce su una nuova moto fiammante. Adam si spaventa, scende verso la vittima che ancora respira accasciato sulla strada deserta. L’ansia lo pervade, ha paura, trema. Quando gli eventi ci portano oltre i nostri limiti ci accorgiamo di cosa siamo fatti.

Adam è un ragazzo, e si comporta come tale.

Il problema è l’incidente. Il problema è a quale famiglia appartiene il ragazzo della moto. Il problema è cosa dire al padre quando torna a casa. Ma tutto ruota intorno a cosa farà il padre una volta saputo il fatto. Non voglio rovinarvi nulla ma Your Honor, scritto dall’eccellente Peter Moffat, è un’ottima serie breve (10 episodi) che conferma che quando hai una storia bella e intensa, scritta magnificamente e inoltre hai attori che ti fanno vivere le sfumature dell’essere umano, hai davanti a te un capolavoro.

Il bravissimo Bryan Cranson è il giudice Desiato che ci fa rivivere con la sua intensità le emozioni che ci donò quando vestì i panni di Walter White in Breaking Bad. Desiato e White hanno in comune il dramma di un uomo, genitore e padre, che si trova davanti a un evento più grande di quello che avrebbe mai pensato di vivere, e della sua lotta interiore nel “fare la cosa giusta”. Il fascino sta nel fatto che mai come in Your Honor viviamo il confine labile di quello che è il giusto e lo sbagliato. Quanto saremmo disposti a fare per salvare la nostra famiglia? I nostri figli? Quanto di noi stessi metteremmo in gioco per cercare di riavviare il
tempo e cancellare le macchie degli errori?.

Oltre a Cranson che qui raggiunge vette sublimi, il solido cast ha punti d’eccellenza nelle prove magistrali di Michael Stuhlbarg e Hope Davis (padre e madre del ragazzo sulla moto), e di Hunter Doohan che è Adam Desiato.

La serie come ho detto è molto bella e scorre in un solco di verità e ineluttabilità che pervade ognuno dei protagonisti. Si riflette sul senso della giustizia, che di fatto è meramente umano, per ragionare invece sulla GIUSTIZIA che è altra cosa.

Mi ha fatto ricordare la leggenda tratta dal Talmud Babilonese sulla parabola di Samarcanda. Narra di un angelo della morte che incontra un Re. L’angelo è triste e il Re gli chiede perché. L’angelo gli dice che era venuto nella sua città perché gli avevano dato l’ordine di prendere due scribi etiopi. Allora il Re mandò gli etiopi nella città di Luz per farli fuggire. Il giorno dopo il Re rivide l’angelo che sorrideva. “Perché sorridi? chiese il Re. “Perché hai mandato i due etiopi esattamente dove li stavo aspettando”.


“I piedi di un uomo sono responsabili per lui: essi lo portano nel luogo dove egli è atteso”

Un pensiero riguardo “Your Honor

  1. Ciao Paolo, le tue recensioni sono sempre molto affascinanti e puntuali. Ho finito l’altro ieri di vedere questa serie che mi ha appassionato e coinvolto. Il livello recitativo di tutti i protagonisti è molto alto e la caratterizzazione dei personaggi molto marcata. Una nelle serie più riuscite tra quelle che ho visto recentemente. Un abbraccio anche a Marta A

    Inviato da iPhone di avv. Andrea Pizzuto

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