How to get away with murder

 “How to get away with murder” è uno dei migliori prodotti della Shondaland, ormai colosso nell’entertainment mondiale capitanata da una delle donne più potenti degli Stati Uniti; Shonda Rhimes.  Fiore all’occhiello della casa di produzione è la mitica serie Grey’s Anatomy. 

Nel caso specifico, “How to get away with murder” è una serie che dura sei stagioni e ogni stagione è composta da 15 episodi lunghi e contorti. Come potete comprendere dunque è una serie impegnativa da guardare, ma vale la pena immergersi nelle sue dinamiche composte da indagini minuziose, scene nelle aule di giustizia, flashbacks e da molti colpi di scena. Se dovessero creare una facoltà universitaria per spiegare come si scrive una serie televisiva, sicuramente studierebbero questa. Peter Nowalk è il creatore della serie e ha scritto un vero e proprio capolavoro nel suo genere. 

La serie è incentrata sulla vita di Annalise Keating, avvocato di successo, professore universitario, dedita all’alcool, e donna sopravvissuta a molti drammi della vita. Lei è piena di contraddizioni ma ha una spiccata intelligenza e una mente machiavellica che indubbiamente le fa avere molto successo nel suo lavoro, cosa che non si riflette sempre nella sua vita privata.

Quando inizia l’anno universitario, sceglie cinque tra i migliori studenti del suo corso che faranno un tirocinio nel suo studio aiutandola nel lavoro “sporco” per i suoi casi. Nella casa/studio di Annalise lavorano ai casi oltre ai cinque ragazzi, chiamati i 5K, anche Bonnie e Frank suoi fidi collaboratori da una vita. Nella casa vive anche Sam, il marito di Annalise, psicoterapeuta e uomo dalle molte ombre.  

La struttura narrativa di ogni stagione è identica, ma le sorprese sono innumerevoli grazie al fatto che tutti i protagonisti sono tratteggiati con maestria da Nowalk. Gli attori sono tutti all’altezza e, come nella vita reale, ognuno si porta appresso il proprio fardello di verità e bugie. 

Nell’affermare che “How to get away with murder” si annovera ormai tra I “classici” nella storia TV statunitense, non sarebbe così se la protagonista non fosse Viola Davis. 

La Davis, artista notevole di fama mondiale e l’unica attrice di colore vincitrice di Oscar, Emmy e Tony Award, si prende sulle spalle il personaggio della Keating dandole uno spessore raramente visto in una fiction. Quando ho menzionato in passato che uno delle cose più positive delle serie televisive in generale alberga nel fatto che si possa andare nella profondità dei protagonisti, in questo caso specifico raggiungiamo lo zenit. Annalise Keating è una donna a tutto tondo, con una storia durissima dietro le spalle che ha fatto nascere in lei una forza che le permette di viversi intensamente sia le sconfitte che le vittorie. Impossibile non innamorarsi della protagonista che ci conduce sulle montagne russe delle sue emozioni dove spesso la rabbia fuoriesce chiara e affilata come il filo di una katana. 

Dunque se volete vedere la serie vi consiglio di avere voglia, tempo, e la genuina capacità di farvi sorprendere da una storia intensa e piena di sorprese. 

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