The Crown (terza stagione)

Vi parlai tempo fa della serie Netflix “The Crown” e della sua qualità dovuta soprattutto alla sceneggiatura di Peter Morgan e agli attori che impersonificano i componenti della famiglia Reale Inglese.

Le prime due ottime stagioni avevano un gruppo di bravissimi attori che, grazie alla loro capacità, resero umane persone che vengono di fatto idrolatrate dal popolo come trascendenti dell’umano. Vi ricordo una bravissima Claire Foy nei panni della Regina Elisabetta II, l’attore Matt Smith che recitava il Duca di Edimburgo, e la bellissima Vanessa Kirby che era la sorella della Regina, Anna.

Alla fine della seconda stagione Netflix ci ha informati che avrebbero cambiato tutti gli attori visto che avevano bisogno di gente più “vecchia” poichè la cronologia del racconto sarebbe arrivata agli anni 1970. Devo dirvi sinceramente che ero preoccupato del cambio pensando che probabilmente gli attori non sarebbero stati all’altezza, ma mi sono ampiamente ricreduto.

La Regina Elisabetta ora è Olivia Colman, già vincitrice di un Oscar nel 2018, che ha appena vinto qualche giorno fa il Golden Globe proprio per il suo lavoro in questa serie televisiva. Inutile dirvi che vederla recitare è un vero piacere vista la sua capacità di infondere umanità al suo personaggio in situazioni dove nessuno la percepisce.

Per questa stagione è accompagnata da Tobias Menzies, un accurato Prince Charles, e dalla bravissima Helena Bonham Carter che dona cuore alla tormentata Anna.

La cosa bella di questa serie comunque è un’altra. La Regina invecchia, e dunque la terza stagione prende una ritmo più consono alla profondità dei protagonisti. Nonostante le dinamiche familiari della casa Reale, si riesce a vedere la vera natura dei personaggi. Gli uomini hanno bisogno di protocollo e regole sociali, e le case Reali ne sono l’esempio sicuramente più alto. Il bello però è che nonostante la rigidità di un destino tracciato dalla Storia, riusciamo a vedere le crepe dovute all’umanità di questi uomini e donne che si trovano con vite da vivere che a volte non avrebbero desiderato.

Esempio di questa visione sono le scelte del Principe Carlo rispetto alla sua carriera militare e alla sua vita sentimentale che disegnano un uomo tormentato dalla lotta interiore tra essere un simbolo di una nazione, e desiderare una vita piena di arte e ricchezza interiore.

Ogni puntata mi ha lasciato annebbiato dalla sua bellezza, una serie assolutamente da vedere.

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