Chiarisco subito che io sono di quelli a cui piace Baricco. Alcuni dei suo libri, uno su tutti “Oceano Mare”, sono stati da me amati nel periodo in cui non mi sentivo nè carne, nè pesce o verdura o frutta.
Per il mio compleanno mi hanno regalato il suo libro “The Game” che ho lasciato a decantare per qualche tempo sul mio comodino. Avendo appena finito l’ultimo sforzo letterario di Francesco Piccolo, e con la previsione di imbarcarmi per un viaggio in aereo Roma-Madrid, mi sono portato appresso il suo tomo di poco più di 300 pagine. Ho iniziato a leggerlo prima dell’imbarco e mi sono ritrovato a Madrid dopo aver letto 180 pagine di seguito con il mio cervello che mi diceva: “ancora! ancora!”.
“The Game” in realtà è un saggio, ma scritto da uno che fa romanzi, dunque piacevole e appassionante. Baricco analizza quella che viene comunemente chiamata la “rivoluzione digitale” partendo da quello che lui crede sia stato l’inizio di questa rivoluzione ai giorni nostri.
Vi confesso che nel vedere le persone continuamente in collegamento con il loro telefonino a volte ho pensato, soprattutto quando m’imbatto nelle nuove generazioni, che stiamo in una fase regressiva senza via d’uscita. Da buon sessantenne mi sovvengono a volte pensieri non sempre positivi riguardante il rincoglionimento dei visi che incontro delle persone che camminano per strada mentre guardano fissi il proprio arnese digitale. In realtà, per interessi culturali puramente personali, non riesco a non vedere la positività in tutto questo.
Vedo la reale sparizione dei confini, la possibilità di comunicare con chiunque, dovunque. La possibilità di avere la quasi totale conoscenza dell’umanità a portata di mano. La facilità con cui possiamo nei nostri tempi acquistare oggetti, viaggiare, controllare le proprie economie, e fare tanto altro.
Mentre leggo alzo gli occhi. Su una sedia vicino a me è seduta una signora che sta guardando nello schermo del suo cellulare e fa dei gesti con le dita. Guardo meglio. E’ muta, e sta comunicando con qualcuno via facetime o skype. Appunto……
Baricco sostiene che tutto iniziò con il video gioco Space Invaders. Pensate, scrive, quando giocavate a biliardino o con il flipper, e poi pensate al senso di “nuovo mondo” quando per la prima volta avete ucciso dei marziani con un cannone usando dei tasti oppure un rudimentale joystick.
Lo capisco, come lo capisco.
Quelli della mia generazione sostengono che il cellulare, e tutto quello che si porta appresso, sia una creazione di qualche mente diabolica che vuole conquistare il mondo e sopraffarci tutti. Baricco sostiene invece che non stiamo in una fase di rivoluzione, bensì di evoluzione della specie umana. Scrive che il 900 è stato forse il secolo peggiore dell’umanità (come non dargli torto) produttore di due guerre mondiali, diverse crisi economiche, e tanta disparità sociale. Poi un bel giorno, alcuni ingegneri hippy della Silicon Valley hanno iniziato a costruire qualcosa che potesse cambiare la realtà di tutti portandola lentamente a quella che era la loro visione. E nacque Internet (che è diverso dal Web). Il libro devo dire è appassionante e pieno di episodi raccontati con la sua solita bravura e ironia.
Finito il libro ho cercato di capire perchè mi avesse appassionato così tanto e ho scoperto che la sua forza sta nel fatto che Baricco è riuscito attraverso la sua analisi a ribaltare il “comune senso” riguardando quello che ci sta accadendo, dandone una lettura probabilmente più logica e realistica.
Leggere di persone che usano ancora parole come “invasione”, “confini”, “razza” , non ha senso. I nostri figli vivono, per fortuna, in un mondo pieno di colori e razze e sicuramente non ci saranno più forze politiche o economiche che riusciranno a fermare questo movimento che io giudico sanamente pazzesco.
Chiaro che tutto questo ha anche i suo lati negativi, e siccome stiamo solamente alla prima fase, ci saranno scossoni di assestamento per il futuro che ci porterà in luoghi a noi ancora sconosciuti. Ma di questo parleremo al mio prossimo contributo.
Anche questi autori scrivono libri piacevoli e appassionanti: https://wwayne.wordpress.com/2013/08/24/la-fine-di-un-altra-era/. Li conosci?
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Grazie!!!
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Colgo l’occasione per dirti che mi sono iscritto al tuo blog: a convincermi è stata la tua strepitosa recensione di “Onora il padre e la madre”. Tra tutti i film di Sidney Lumet solo questo mi è piaciuto di più: https://wwayne.wordpress.com/2014/07/21/andare-controcorrente/. Grazie a te per la risposta! 🙂
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Grazie del complimento e anche il tuo di blog non scherza!!! Complimenti!!
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Mi fa molto piacere che la mia stima sia reciproca. Spero di risentirti presto, sul mio blog o sul tuo! 🙂
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