Borg vs McEnroe

Vado qualche volta a giocare a tennis anche se i tempi delle mie qualificazioni agli US Open sono passati (questa era una battuta…). Il tennis devo dire è l’unico sport che si avvicina alle arti marziali. La pressione e la concentrazione che c’è dietro al movimento nel colpire la pallina è la stessa di quando un pugile tira un jab. Tutti quelli che giocano a tennis lo sanno. Inizi a palleggiare e allenarti, poi quando qualcuno dice “facciamo un set?” ecco che magicamente arriva il “braccino” e i colpi che ti venivano prima non arrivano più. E’ uno sport totalmente guidato dal cervello, dove si vede palesemente quante storture abbiamo quando decidiamo di fare un movimento invece che un altro.

Narra la leggenda che una volta Ivan Lendl disse: “vincere o perdere una partita di tennis dipende da come tua moglie ti dice buongiorno la mattina”.

Bjorn Börg e John McEnroe sono stati due tra i più grandi giocatori di tennis della storia. Vengono accomunati principalmente perché erano, almeno a vederli giocare, uno l’opposto dell’altro. Börg era una macchina da guerra, silenziosa e concentrata. Atleta dalla resistenza infinita e dalla precisione chirurgica vinse ben 11 Grand Slam e vinse cinque anni di seguito a Wimbledon. Seguendo le orme di Connors, anche lui usava il rovescio a due mani portando la tecnica verso la modernità.

John McEnroe invece era l’opposto. Nato in Germania da genitori Statunitensi, iniziò a giocare all’età di otto anni. La tecnica di McEnroe era totalmente diversa da quella dello svedese Börg. Mentre Borg era metodico, resistente e giocava prevalentemente da fondo campo, McEnroe era la quintessenza della genialità e creatività. Fautore del “serve and volley” comune in quei tempi, riusciva in colpi che lasciavano gli spettatori piacevolmente sorpresi. Mentre Borg risultava sempre serio e compassato, McEnroe invece era un vulcano. Famosi erano i suo sfoghi contro i giudici quando pensava che una chiamata fosse errata. Ma questo non era l’unica differenza tra i due.

Nel film “Borg vs McEnroe” opera prima del regista Janus Metz Pedersen, vediamo invece che le cose stavano in un modo diverso. Nel raccontarci i loro primi passi nel tennis veniamo a sapere che Borg era una testa matta da ragazzo. Non accettava perdere e aveva delle esplosioni d’ira che sovente lo avevano messo nei guai fino all’arrivo del suo storico allenatore Lennart Bergelin. Bergelin vide la vera qualità del ragazzo e praticamente lo costrinse a schiacciare il suo carattere per diventare il robot che fece la storia del tennis. McEnroe invece, ragazzo timido, scoprì che avrebbe trovato il suo equilibro e concentrazione usando i suoi scoppi d’ira. Il fascino del film è proprio questo, vedere due uomini dalle caratteristiche simili che prendono a un certo punto delle strade diverse di gestione dei loro tumulti interiori.

I due attori, Sverrie Gudnason (Borg) e Shia La Beouf (McEnroe) sono molto bravi a disegnare i due atleti, e il film è gradevole e si fa vedere.

Oltre a raccontarci le loro storie, il film s’incentra sulla mitica finale tra di loro giocata a Wimbledon nel 1980 che ci ha dato il tie-break più lungo e emozionante della storia di questo sport. Guardatevelo su YouTube, merita tutto il vostro tempo. Quella volta vinse un maturo Borg davanti a un giovane e sorprendente McEnroe, ma l’anno successivo le cose andarono in  modo diverso. Vinse la finale McEnroe e forse a causa di questo (lo sapremo mai?) Borg si ritirò dalle scene a soli 26 anni.

Una bella storia e un bel film.

Un pensiero riguardo “Borg vs McEnroe

  1. Mi era sfuggito. Visto ieri sera. Grave per chi come me ha seguito i due mitici tennisti in quell’epoca. Ho sempre adorato McEnroe per il suo gioco d’attacco, Borg il “pallettaro” mi affascinava per il suo sguardo di ghiaccio e la sua serietá. Mi ritrovo molto nell’analisi che fai nel descrivere il tennis come sport ‘cerebrale’.

    Well done.

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