Jeeg Robot

Bisogna sempre credere al passaparola. Già il film Lo chiamavano Jeeg robot mi aveva incuriosito, ma quando poi tre persone mi hanno incontrato e mi hanno detto “ visto che ami il cinema, vatti a vedere sto film” allora…appena possibile sono corso.

Inizio con il dirvi che è uno dei migliori film che io abbia visto da tempo. Anzi, se lo avessero fatto negli USA avrebbe vinto parecchi oscar. Ma il regista Gabriele Mainetti, l’ ha girato a Tor Bella Monaca ed è un film coattissimo e romanissimo e dunque la vedo difficile. La storia è semplicemente geniale. Enzo Ceccotti, piccolo ladruncolo parecchio disadattato, viene inseguito da un paio di poliziotti in quanto aveva rubato un orologio. Nell’ inseguimento va a finire dentro al Tevere ed entra in contatto con delle sostanze radioattive. Torna a casa e si accorge che queste sostanze lo hanno reso un “ super eroe” dalla forza sovrumana. Accompagna il suo amico “ Sergio”  a fare un impiccio e per questo motivo viene poi ricercato dallo “ Zingaro” , capo di un gruppo di disperati, che sogna di diventare un grande boss. Siccome Sergio fa una brutta fine, Enzo si ritrova davanti alla porta la figlia di Sergio, Alessia, bella ragazza totalmente svampita che si rassicura nel vedere i dvd della serie Jeeg Robot d’ acciaio.

Il film gira praticamente sui tre protagonisti. Il primo è Enzo Ceccotti che mangia solo yogurt e vede dvd porno e che vive in una casa brutta e sporca vivendo alla giornata perché non sa fare altro. Claudia Santamaria disegna Ceccotti in modo esemplare, anzi strepitoso. Il suo sguardo smarrito s’unisce al suo corpo indefinito rendendo Ceccotti un eroe improvvisato che comprende molte cose della vita quando riesce un attimo a vederle dall’alto. L’ altra protagonista è Alessia, recitata da Ilenia Pastorelli. È una ragazza che ha un buco nero nel suo cuore (e si capisce tristemente nel film perché) e che vive in un mondo pieno di principesse e nuvole per non vedere la zozzeria del mondo. Ilenia Pastorelli è al suo primo film e viene dal grande fratello (non chiedetemi quale però) ed è molto brava disegnando la dolce Alessia che salva in qualche modo il nostro eroe. Il terzo fulcro della storia è Zingaro recitato da un bravissimo Luca Marinelli. Marinelli è talmente bravo che magnetizza spesso gli spettatori mettendosi sulle spalle tutto il film. Bravo, bravo veramente.

Il film è girato molto bene con delle scelte artistiche veramente appassionanti. La Roma di Mainetti non è iconica, ma vera e zozza. Tor Bella Monaca, il Pala Cavicchi, i palazzi in costruzione e abbandonati, le baracche, le strade solitarie, fanno da contorno a una storia di disperazione che però produce una luce e un energia difficili da dimenticare. Mentre lo vedevo mi sentivo di stare su una montagna russa con la curiosità di vedere altro. È un film pieno di fantasia, ma anche d’amore e dolcezza e forse anche di speranza. Io ho sempre sostenuto che i veri eroi sono quelli che si fanno il mazzo tutti i giorni altro che, e Lo chiamavano Jeeg Robot è il loro film, il nostro film.

Dunque io continuo il passaparola, andate a vederlo perché vale, perché vi darà una bella ventata d’aria fresca, e perché ci sono tre attori che meritano la nostra attenzione.

E poi…rimanete durante i titoli di coda e sentirete la sigla di Jeeg Robot d’ acciaio che tutti ricordiamo cantata da ……. Vabbene questo scopritelo da voi.

 

 

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.