Sugar

Confesso che ogni volta che leggo qualcosa che parla di cultura in generale cerco di non farmelo scappare. Stessa cosa quando leggo di qualche critica su film o serie televisive. Per fortuna non sono sempre d’accordo con quello che scrivono, ma rispetto comunque una persona che lavora come critico. Leggendo dunque sul web, mi imbatto nel “sesto episodio di Sugar” che, a dire del giornalista, ha sconvolto gli spettatori per via di un colpo di scena veramente sorprendente. 

Inutile dire che mi sono sintonizzato su Apple TV+ e ho iniziato la visione della serie Sugar, ideata da Mark Protosevich e diretta da Fernando Meirelles e Adam Arkin. La serie fa parte del filone hard boiled e si svolge a Los Angeles dove un investigatore privato, John Sugar, viene incaricato da un famoso produttore cinematografico, Jonathan Siegel, di ritrovare sua nipote Olivia che risulta scomparsa. 

Sugar, un ottimo Colin Farrell, è specializzato nel ritrovamento di persone scomparse e accetta l’incarico iniziando un’indagine che porterà a molte sorprese. John Sugar si veste elegantemente e guida una bellissima Chevrolet Corvette decappottabile degli anni ’60. 

È sempre calmo e padrone della situazione, e sembra sempre avere coscienza delle persone e degli eventi che vive. Mentre guida la sua macchina, assorto dai suoi pensieri, rivede mentalmente spezzoni di vecchi film noir che lo aiutano a focalizzarsi sulle indagini. Quando si trova in situazioni potenzialmente violente, non accetta mai di usare la forza, ma quando capita scopriamo che ha una capacità di offesa straordinaria. Frequenta un gruppo di persone che hanno l’aspetto di una setta, ma la natura dei loro incontri non viene chiarita. 

Sugar sembra quasi una persona che rispetta tutto quello che lo circonda. Unico suo vero cruccio è la scomparsa della sorella Djen, che lo ha stimolato nella ricerca di persona scomparse. Aiuta il prossimo, ama i cani con i quali ha un rapporto empatico, mangia poco, e può bere molto perché non si ubriaca mai. La storia cresce e pone i tasselli che formeranno il disegno finale nella ricerca di Olivia. 

Ogni tanto però, in modo confuso, vediamo che Sugar ha dei momenti di particolare confusione. Ha un astuccio dentro delle siringhe piene di liquido, che usa in momenti di solitudine. Quando si inietta la sostanza, qualcosa accade ma all’inizio non capiamo cosa…fino appunto alla fine del sesto episodio. 

Vi confesso che è un colpo di scena notevole e ben congeniato, che apre da quel momento tutta un’altra visione su Sugar e la sua storia. Da questo momento la trama si spezza a metà, regalandoci due storie parallele dove nella continua e incessante ricerca di Olivia, Sugar deve fare i conti con l’altro lato di sé stesso che ci costringe ad ampliare il nostro sguardo d’insieme. 

Naturalmente non vi dirò chi realmente sia Sugar, ma vi posso dire che la serie è bella e nel suo modo interessante e ben costruita. 

Vi consiglio la visione e vorrei vedere la vostra faccia alla fine del sesto episodio. 

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