In teoria i film o serie televisive si dovrebbero basare su una miscellanea di intenzioni ed emozioni create dagli sceneggiatori, registi, attori e dai direttori della luce e del suono oltre tutti quelli che compongono un piccolo “mondo” che viene creato dall’arte.
Il capolavoro sostanzialmente riesce a creare una magia dando corpo alle “visioni” di tutti quelli che vi lavorano. Film come “il Padrino” o serie come “I Sopranos” o “Breaking Bad” creano un loro linguaggio riconoscibile fin dal primo minuto.
Scusate la digressione ma “Il Padrino” senza Al Pacino, o “Breaking Bad” senza Bryan Cranston sarebbero stati gli stessi?
Nonostante la serie targata HBO “Mare of Easttown” (in italiano Omicidio a Easttown) sia scritta molto bene da Brad Ingelsby e diretta egregiamente da Craig Zobel, credo che senza la protagonista non starei qui a parlarne.
Kate Winslet interpreta Mare Sheehan, un sergente-detective della polizia di Easttown che da molto tempo è a capo di un’indagine sulla scomparsa di una ragazza del paese. Mare ha una vita difficile e complicata, ha un passato duro, un presente pieno di problemi e non riesce a vedere nessun tipo di futuro. E’ un’istituzione nella comunità in quanto in passato, grazie a lei, la squadra universitaria di basket vinse il campionato nazionale, e l’unica cosa che le rimane di quell’esperienza sono le amiche.
La serie dunque è un giallo più o meno classico, con morti, qualche colpo di scena e sorpresona finale, ma il valore aggiunto è appunto il personaggio di Mare, donna che vive in bilico tra una realtà che la schiaccia e la certezza che se fa le cose per bene forse alla fine del tunnel riuscirà ad arrivarci. Come avete capito Kate Winslet tratteggia un personaggio bellissimo, pieno di contraddizioni ma con il piglio di chi ha sofferto nella vita e sa che ci vuole coraggio, solo quello, per andare avanti.
Sono usciti vari articoli sui giornali puntualizzando il fatto che la Winslet, produttrice della serie, si sia infastidita del fatto che sulle fotografie pubblicitarie si cercava di renderla più magra di quello che era. In realtà Mare Sheehan fa parte di noi, dei mediani della vita, quelli che hanno camminato tanto su strade in salita e pieni di sassi e che sanno perfettamente che non è possibile avere distrazioni altrimenti si cade a terra. Ma questi individui sanno anche che cadere lascia impolverati e magari feriti, ma che le vere paure sono altre.
Mare capisce che la vita non è perfetta, tutt’altro, ma che deve avere qualcosa in cui credere perché servono ancore. Una volta lessi che quando c’è tempesta e sei su una barca a vela, bisogna mettere una piccola vela chiamata tormentina che permette alla barca di non capovolgersi e di rimanere abbastanza dritta nonostante le onde e il vento.
Si mette la tormentina, e si aspetta. Si aspetta che la tormenta passi.
La Winslet, nel suo modo forse goffo ma forte, sa che la tormenta deve passare anche se dura anni ma sa anche che l’unica cosa che può fare è resistere ancorata su quelle che sono le cose in cui crede.
Gli orientali dicono: “fermezza nel movimento, muoversi stando fermi”.
Mare Sheehan è una guerriera che conosce il rosso del cuore.