Il detective Ralph Anderson (un ottimo Ben Mendelson) viene chiamato per aiutare a risolvere un caso violento d’omicidio. Hanno trovato in un bosco un ragazzino, Frank Peterson, ucciso selvaggiamente con morsi umani. Il det. Anderson inizia le indagini insieme ai suoi colleghi e viene fuori più volte il nome di Terry Maitland (Jason Bateman) allenatore della locale squadra di baseball. Dopo che diversi testimoni oculari confermano di aver visto Maitland sul luogo, nel giorno e ora dell’omicidio, la polizia di Cherokee City lo arresta. Maitland si professa innocente. Trovano dei reperti filmati che fanno vedere senza ombra di dubbio che Maitland, nello stesso momento del fatto, partecipava ad una conferenza in una città molto distante. Com’è possibile che la stessa persona si trovi in due luoghi diversi nello stesso esatto momento?
Mendelson è un poliziotto che ha sempre lavorato seguendo le evidenze e la logica.
Per lui il bianco e nero sono nettamente separati ma questa volta viene travolto dal grigio. L’avvocato chiamato dalla famiglia Peterson crea una specie di task force composta da investigatori privati e poliziotti che hanno lasciato l’attività e Mendelson li coordina. Quando le loro indagini si fermano davanti all’illogicità dei fatti, decidono di chiamare l’unica persona che può trovare il bandolo della matassa: lei, Holly.
Holly Gibney è un’investigatore privato dalle caratteristiche peculiari. Lavora in un modo tutto suo, quasi a mostrare una vena d’autismo, ma ha soprattutto una qualità necessaria che per esempio Mendelson non ha: l’empatia con quello che è definito il “non normale”.
Mi fermo qui.
Richard Price ha preso il libro omonimo di Stephen King e lo ha adattato a questa serie HBO di alta qualità. Troviamo tutte le caratteristiche della narrativa di King insieme alla visione hard boiled che piace tanto a HBO. Tutti gli attori sono bravissimi nell’esprimere le sfaccettature dei loro pensieri e dubbi. Anche se a tratti lenta, la serie avviluppa lo spettatore che si trova spesso spiazzato.
Menzione speciale vorrei darla all’attrice e cantante Cynthia Erivo che riesce a tratteggiare il personaggio di Holly Gibney che ti entra subito dentro. Ho letto che il personaggio appare in alcuni dei romanzi di King e dunque i fans erano abbastanza impauriti nel vedere l’immaginario rappresentato. La Erivo sembra che abbia fugato tutti i dubbi ai fans e agli spettatori. A me ha fatto innamorare.
In fondo per capire veramente un outsider ci vuole un outsider. Qualcuno che è stato danneggiato nello stesso identico modo e che è stato costretto a vedere i colori in un modo non consono ai più.