Kenzo Mori è un detective della polizia giapponese. Kenzo Mori è anche il fratello di Yuto Mori, un gangster che lavora come assassino per una banda della mafia giapponese Yakuza.
Kenzo è un uomo che ha una visione di quello che un uomo dovrebbe essere. Come in tutti noi, la cultura forgia la nostra immagine. Lui sa che un uomo è marito, padre, fratello e nel suo caso difensore della legge. Lui lo sa, ma combatte con la sua vergogna. Ha un lato oscuro Kenzo, che si mischia con l’immagine di sé stesso, con il dovere.
Torna a casa ma è assente, però è l’unico che riesce a comunicare con la figlia adolescente Taki, ribelle e scostante. Forse riesce a comunicare con lei perché sono più simili di quello che sembra.
Yuto uccide il nipote di un capo Yakuza mentre va a fare una rapina nella capitale giapponese. L’omicidio accende una guerra tra bande Yakuza, Yuto fugge in Inghilterra per nascondersi e poco dopo è dato per morto.
Nulla è quello che sembra, e il capo della polizia di Tokyo manda Kenzo a cercare il fratello a Londra. Chi meglio di lui potrà trovarlo.
Kenzo lascia la sua famiglia e il padre morente. Arriva a Londra e incontra Sarah, una detective della polizia municipale londinese, Rodney Yamaguchi, mezzo sangue giapponese prostituto e drogato, e Connor, un boss del crimine inglese.
La serie televisiva Giri/Haji, di produzione Inglese (BBC) è un coraggioso progetto tra due realtà culturali. Un dramma vero, con salti temporali e momenti di dura azione, ma che riesce a cogliere l’essenza tra i due mondi dove la storia si svolge. Ci sono delle scelte visive notevoli che rendono l’opera gradevole e nello stesso tempo cupa. Gli attori sono tutti molto bravi, ma Takehiro Hira cesella un Kenzo Mori con abilità da grande attore.
Alla fine, siamo tutti Kenzo Mori. Smarriti nell’immagine di noi stessi nello specchio delle vita. Siamo spesso dilaniati tra il dovere di quello che gli altri vogliono da noi, e la vergogna di non esserlo. Gli Yakuza, sapendo questo, ti chiedono di tagliare una falange del mignolo quando questo accade. Noi invece, inciampiamo durante il cammino sostenendoci sulle spalle di fratelli e amanti che non conosciamo.
La soluzione forse è un grande ballo in bianco e nero sul terrazzo di un palazzo, dove facciamo roteare i personaggi di questa serie televisiva che è la vita. Li respingiamo e li avviciniamo in un vortice di passi tra abbracci e spinte, tra sguardi pieni di amore e disperazione.
Passi di danza, passi di vita tra dovere e vergogna.