Parasite

In biologia, ogni animale o vegetale il cui metabolismo dipende, per tutto o parte del ciclo vitale, da un altro organismo vivente, detto ospite, con il quale è associato più o meno intimamente, e sul quale ha effetti dannosi (Treccani on line)

Siamo in Sud Korea, ma potrebbe essere ovunque. In una bellissima villa vive una famiglia di ricchi: padre che lavora molto, madre bellissima ma un pò fuori la realtà delle cose, figlia annoiata, figlio piccolo e ribelle che forse vive al confine dell’autismo. Ognuno con una malattia che proviene dalla ricchezza.

Poi c’è una famiglia povera, dove ognuno dei quattro deve sbarcare il lunario inventando ogni giorno qualcosa di nuovo per mangiare. Vivono in un seminterrato, nell’umidità, tra lo sporco e i parassiti. I parassiti.

A volte la vita ci mette davanti delle occasioni, ma dipende da quanto siamo “affamati” per renderci conto che siano o meno delle vere opportunità. A Ki-woo, figlio della famiglia povera, arriva l’occasione di andare a dare ripetizioni alla figlia della famiglia ricca, e qui inizia Parasite, film del regista Bon Joon-ho che, dopo averlo visto, è difficile da dimenticare.

E’ un film sull’odore. Il profumo dei soldi, il puzzo della povertà. Il rancido dell’umidità di vite nascoste, l’odore del sesso fatto su un divano, il fumo pieno di buono proveniente da una pietanza cucinata con cura.

Parasite è un film da vedere, nella sua durezza e crudeltà, in quanto è uno delle migliori testimonianze su quello che vuol dire differenza di classe sociale. Quanto un povero può anelare al ricco, trovandosi inevitabilmente davanti al baratro scavato dalla cultura e dai soldi. Una cosa è essere ricco, altro è sembrare ricco.

Per i parassiti la fonte di vita è qualcosa di caldo e pieno di cibo che permette loro di nutrirsi senza fare grande cose. Per i protagonisti del film basta vivere in una bella casa, guidare una bella macchina, mangiare cose calde, per sentirsi diversi e oltrepassare il confine del reale. E questo vale per tutti: ricchi e poveri.

Il finale, violento e crudo come spesso accade nel cinema coreano, è spietato nella sua umanità senza lasciare speranze a nessuno. Nemmeno a noi che siamo seduti al caldo godendoci lo spettacolo.

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