Ad Astra

Roy Mc Bride è un astronauta. Suo padre, Clifford, è un eroe del mondo aerospaziale. Una ventina d’anni prima il padre andò in una missione verso Nettuno per cercare testimonianza di vita aliena, e poi sparì.

Clifford è andato a cercare alieni, e abbandonando il figlio Roy lo ha fatto diventare alieno alle cose dell’umano.

Guardiamo i nostri padri dal basso vedendo in loro una luce che ci guidi, ma quando lo sguardo inizia a livellarsi ci rendiamo conto che respirano e sbagliano come noi. Roy ama il padre, nonostante lo abbia vessato da ragazzo e poi abbandonato. Come puoi vivere senza la luce?

Strani fenomini d’onde magnetiche accadono sulla Terra, e “il governo” chiama Roy per dirgli che hanno prova che non solo il padre non è morto, ma lui è probabilmente la mente dietro la causa di queste onde che potrebbero distruggere il pianeta.

Quando le ossa si curano dopo una frattura rimangono generalmente più deboli per via della linea di frattura che rimane anche dopo la saldatura. Roy è stato fratturato, e per non rischiare di rompersi di nuovo decide di vivere lontano dal calore umano. Vive lontano, alieno. Gli chiedono di mandare un messaggio al padre, e per fare questo deve andare su Marte. Gli danno un foglio da leggere ma quando manda il messaggio per la seconda volta non legge, ma fa uscire le parole dal suo cuore.

Eri morto, ma ora sei vivo. Ma i padri muoiono veramente mai?

Viene a sapere che il padre è impazzito e ha fatto cose disdicevoli, e lui decide di andare a vedere, a toccare. Ecco, i danneggiati si trovano davanti molti momenti che gli permettono di andare a vedere, ma spesso non lo fanno perchè hanno paura della paura.

Parte da solo per un viaggio lungo e solitario, un viaggio per andare a ritoccare la carne che ha generato la sua di vita. Passano le ore e i giorni e Roy ha tempo di guardarsi e vede tutti gli errori e le storture che sono state causate dalle sue fratture.

Quando arriva a destinazione trova un uomo che ama ma che gli aveva fatto male. E invece di alienarsi, allunga la mano e crea un contatto. Umano.

La missione, che per Roy è la cosa più importante, viene portata a termine insieme all’inizio di un nuovo capitolo del racconto della sua vita.

Lo sguardo di Roy quando torna sulla Terra dopo la sua missione è inondato di sole, quello sguardo di un uomo smarrito ma con il coraggio di essere arrivato al suo confine non lo dimenticherò mai.

Il regista di questo bellissimo film è David Gray. Il padre di Roy, vecchio leone, è Tommy Lee Jones. Il monumentale Roy è Brad Pitt.

E poi ci sono cose che accadono, viaggi silenziosi nel buio, sedute di psicologia con un computer, e tanto altro. Ma Ad Astra è Apocalypse Now dei nostri giorni.

Un film che ti avvolge, curatissimo, bellissimo che va visto.

Brad Pitt ha maturato una qualità che pochi attori hanno ed è la capacità di farci vedere la sua anima. Ho amato il suo personaggio e ho amato lui. Avrei voluto abbracciarlo alla fine, ma forse bastava che abbracciassi me stesso.

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