Rocco Schiavone è un Vice Questore delle forze di Polizia. E’ un Romano ma di quelli buoni che ti dicono vaffanculo con affetto. Lui è una guardia, ma ha amici che fanno i deliquenti. Ha amato una sola donna, Marina, ma ora è vedovo. Nasce dalla penna dello scrittore Antonio Manzini e la RAI ha prodotto due stagioni di una serie dedicata al poliziotto Romano mandato ad Aosta per motivi disciplinari.
Ogni uomo a un certo punto della sua vita diventa Schiavone, ma spesso non lo sa. Si vive e si crede in quello che si fa, ma poi arriva un momento dove tutto il mistero e il buio si sciolgono come un osso nell’acido, e allora si sta fermi a fumare una delle mille sigarette.
Si capisce che un poliziotto deve seguire e far seguire la legge, ma i confini non sono mai netti e a volte si deve abbracciare solo il proprio buon senso che generalmente non ha colori.
Schiavone ha il buio dentro e si aggrappa a pochi fili di luce. Vive facendo una lista dove scrive tutto quello che diventa una ” rottura di cazzo ” diviso per gradi. Non lo ha mai messo ma al numero 10, come massima rottura di cazzo, c’è perdere un amore. Lui l’ha perso e anche se non lo dice, viene mangiato da questo dolore. Dicono che l’amore sia quella cosa che vibra tra lei e te. Non è lei, e neanche te, ma è quell’aria che va avanti e indietra tra le nostre bocche. Se uno dei due sparisce, questo rimane. Per sempre.
Noi lottiamo contro questo, perchè quest’aria ci da vita. Lui no perchè ha capito che bisogna stare fermi a volte e predersi gli schiaffi. Lui ha i piedi nella merda, ma non affonda. Il problema che deve affrontare la gente che invece vive nella merda e cerca di affondarci sempre di più e non si capisce perchè. Schiavone è diventato saggio perchè non lotta più. E’ saggio perchè ogni giorno si fa una canna. E’ saggio perchè ha un cane. E’ saggio perchè continua a soffrire e non fa nulla per fermare l’emorragia.
La vera saggezza è vivere svegliandosi ogni giorno e dicendo a se stessi l’unica grande verità della vita: sti cazzi.
Apuna 