Ho questa esigenza di creare un flusso d’idee e emozioni. Prima vi ho parlato della serie Il Miracolo ma quasi come una consequenza logica, vi scrivo del documentario in 6 puntate di Netflix che si chiama Wild Wild Country.
La serie, talmente ben fatta che a vederla sembra quasi un film di fiction, narra la storia di Bhagwan Shree Rajneesh, guru Indiano meglio conosciuto come Osho.
Con documenti d’epoca e testimonianze dirette dei protagonisti, I registi Maclain and Chapman Way ci fanno vedere cosa accadde quando nel 1981 il gruppo dei Sannyasins (così si facevano chiamare) scelsero di costruire una città in mezzo al nulla. Scelsero un grande ranch vicino alla città di Antelope nell’Oregon. La città che fu costruita e che divenne un enorme simbolo del loro culto si chiamava Rajneeshpuram.
Il documentario cerca di esporre solo i fatti, ma inevitabilmente e anche giustamente direi, dona la possibilità a ogni spettatore di crearsi la sua propria idea su quello che è accaduto.
Inevitabile comunque riflettere sul reale potere delle religione e delle parole usate dai Mistici come Osho anche se il progetto Rajneeshpuram indubbiamente porta con se moltissime espressioni positive dei rapporti tra gli esseri umani e la terra, inteso come armonia cosmica. Ma sappiamo che l’essere umano è pieno di contraddizioni e in questo caso le persone coinvolte non sono da meno. Molto del docu-serie si basa sul personaggio chiave di Anand Sheela che era la segretaria personale di Osho. Donna molto particolare, dalla spietatezza lucida, capace di creare dal nulla miracoli ma con un concetto del controllo e del potere che sono difficili da dimenticare.
Il misticismo puro, quasi interiore di una madonna che piange, porta poi a un uomo che parla le parole del cielo e che cambia le vite della persone.
Siamo esseri fatti di carne e anima.