The Handmaid’s Tale II

Credo che sia la prima volta che parlo della seconda stagione di una serie televisiva. Vi avevo scritto tempo fa della serie The Handmaid’s Tale originariamente trasmessa su Hulu. Una serie tratta da un libro della scrittrice canadese Margaret Atwood che ha collaborato, insieme a Bruce Miller, alla stesura della sceneggiatura della seconda stagione. La prima stagione finiva dove finiva il libro, con un momento importante dove la protagonista June/Offred era in bilico tra libertà e condanna, tra luce e ombra.

Vi avevo parlato della durezza della serie, della sua intrinseca bellezza e delle scene quasi poetiche di sofferenza e cupezza. E’ un racconto del “potrebbe”, dove si vede chiaramente cosa potrebbe diventare il nostro paese, il nostro mondo in mano a persone senza pietà investiti della verità che in questo caso è religiosa. Gilead è il nome della nuova nazione nata dalle ceneri degli Stati Uniti d’America, dove regna una governo religioso che non ammette distrazioni dal suo credo.

Se mai fosse possibile, la seconda stagione è ancora più dura e crudele della prima. Entriamo nel credo più profondo del potere e del suo modo di mantenere l’ordine precostituito che viene dettato dalle sacre scritture. Vi dico subito che queste 13 puntate della stagione a volte ti portano a spegnere la televisione per quanto le scene sono crudeli e dure da vedere, ma trattandosi di vittime che rappresentano noi stessi ne restiamo attratti e non riusciamo a togliere gli occhi da quello che accade.

Inutile dirvi che gli attori, per prima la protagonista Elisabeth Moss (June/Offred), rendono la pressione psicologica e fisica che subiscono in modo talmente realistico che ci prendono allo stomaco per non lasciarci più.  Volutamente l’obiettivo rimane attaccato a pochi centimetri dai volti dei protagonisti facendoci vivere il dolore attraverso i loro pori. The Handmaid’s Tale è probabilmente una delle serie più belle prodotte negli ultimi anni che lascerà un segno e dopo il quale nulla sarà uguale a prima.

E torno alla mia lunga scia emotiva, dove l’inizio è stato un evento mistico come le lacrime di una Madonna, per poi studiare e conoscere come un uomo può trasmettere quelle emozioni e quelle sensazioni ad altri e creare una realtà che può diventare di fatto pericolosa. Finisco appunto il percorso con questa serie che ci fa conoscere il potenziale prodotto che viene dopo  primi due aspetti dell’ umano.

Nei nostri tempi pieni di notizie false e tendenziose, di uomini che sostengono di dire la verità, e di persone smarrite in un mondo nato su un illusione, penso che invece di chiuderci e difenderci dobbiamo avere il coraggio di aprirci ed espanderci con tutto il pericolo che ne deriva.

Siamo uomini. Siamo mistici. Ci perdiamo davanti a lacrime che non sappiamo da dove vengono. Crediamo a chi sostiene di dirci la verità per poi soccombere e ribellarci quando è troppo tardi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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