The Post

Ogni anno si fa la White House Correspondents dinner. E’ una cena dove sono invitati politici ma soprattutto i giornalisti statunitensi per reiterare la loro libertà di stampa.

L’abitudine vuole che vi sia invitato un stand up comedian che generalmente massacra il presidente in carica. Inutile dire che Obama, dopo il discorso del comico, si alzava e faceva anche lui un discorso che generalmente era intelligente e divertente come lo era lui. In Trump times la musica è diversa. Quest’anno la comica era Michelle Wolf. Scrittrice di battute per svariati comici e programmi televisivi, ha poi deciso di uscire lei sulla scena e ha riscontrato un discreto successo. Ha ora un suo programma su Netflix USA. Pensate che ha detto durante la cena: “L’aiuto di Ivanka Trump alle donne è pari a una scatola di tampax vuota”.

Questo per dire che gli Stati Uniti, quella buona, hanno pochi capisaldi e uno di questi è la libertà di stampa. Vedendo il bel film The Post di Spielberg lo capiamo molto bene. La storia è quella di quando il Washington Post (prima di Watergate) pubblicò delle carte del governo Statunitense riguardante il fatto che avevano mandato le truppe in Viet Nam anche se sapevano che la guerra non si sarebbe mai vinta. Carne al macello.

Il film ha ritmo e gli attori fanno un ottimo lavoro. Inutile dire che i due mostri sacri Hanks e Streep fanno la loro parte egregiamente, anche se la Streep in questo film è maestosa. Si, mi direte voi, il solito film americano sulla libertà e sul coraggio di pochi. Si, dico io, questo è vero ma il valore aggiunto del film sta nel fatto che questo non ce lo fa dimenticare.

Godetevi un bel film, anzi un filmone, ma soprattutto una stratosferica attrice che ci fa vivere le emozioni come se le stesse vivendo per la prima volta in quel momento.

 

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