Ma l’hai vista la casa de papel? non hai visto la casa de papel?
E’ iniziato così, con molti dei miei amici entusiasti della serie trasmessa su Netflix nel dicembre 2017, e naturalmente me la sono vista tutta.
La casa di carta (la casa de papel in spagnolo, oppure money heist in inglese) è una serie televisiva spagnola ideata da Alex Pina e trasmessa da Antena 3 a metà 2017. In Spagna fu trasmessa in una sola stagione divisa in due parti. Gli osservatori di Netflix, entusiasti del prodotto, l’hanno comprata e l’hanno spezzettata in due stagioni accorciandone le puntate e finendole quasi sempre con un colpo di scena. Mentre in Spagna passò senza grosso successo, in Italia e in molti paesi europei invece ha creato un esplosione di affezionati.
Otto persone vengono reclutate dall’ideatore di una rapina che, a suo parere, avrebbe fatto la storia. L’ideatore, chiamato “il professore” sceglie accuratamente i componenti della banda dando loro il nome di una città: Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki e Oslo e li prepara per ben cinque mesi in una tenuta nelle campagne di Toledo.
I componenti hanno dei nomi fittizi in quanto nessuno del gruppo deve conoscere la vera identità degli altri, e non ci devono essere legami di nessun genere tra di loro. In realtà il professore li sceglie soprattutto perché tutti vivono in una condizione sociale difficile e hanno poco da perdere.
Il colpo è geniale: irrompere nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, la zecca nazionale spagnola, e stampare almeno 2,4 miliardi di euro.
La storia si tiene ad alti livelli per la sceneggiatura serrata e ben congegnata, e per la bravura degli attori che tengono il ritmo durante gli innumerevoli colpi di scena. Abbiamo tre grosse divisioni: i rapinatori, gli ostaggi, e le forze dell’ordine capeggiati dall’Ispettore Raquel Murillo interpretata da una notevole Itziar Ituño. Le dinamiche tra i tre gruppi sono la spina dorsale alla storia che è fluida e che si vede con piacere.
Stiamo nelle atmosfere di Tarantino e “V per Vendetta”, e come Tarantino vediamo anche qualche incongruenza narrativa che però da sempre una sferzata alla storia.
Gli attori sono tutti bravi e pienamente immersi nei loro ruoli, uno su tutti Pedro Alonso ci regala un profondo e intrigato Berlin mentre la Tokyo di Ursula Corberó sarà difficile da dimenticare.
Un ottimo prodotto che viene da un paese che sta raccogliendo ora il frutto di giovani autori e lavoratori nel mondo dello spettacolo.
Ve lo consiglio vivamente.