Libri e film verso le Seychelles….

Ebbene si, siamo andati alle Seychelles in vacanze, ma di questo paradiso vi parlerò in seguito.

Fortunatamente per me la parola vacanze è sinonimo di libri e film, naturalmente quest’ultimi da vedere a bordo durante i voli. Visto che il volo era diviso in diverse tratte, sono riuscito a vederne ben quattro.

Inizio con quello che mi ha deluso più di tutti: “The Party”.  Film di Sally Potter con un gruppo di grandi attori da Emily Mortimer a Cillian Murphy, con i due personaggi centrali della storia recitati da Kristin Scott Thomas e Timothy Spall. E’ una storia che inizia con l’invito a cena fatta da una futura Ministra del Governo (Scott Thomas) a un gruppo di amici. Appena gli invitati arrivano, arrivano anche le dinamiche che legano questo gruppo di “borghesi intellettuali” e se ne vedono delle belle. Il problema è che i temi alle fine sono più o meno le stesse di molti film del genere: la morte, i tradimenti, l’amore, l’amicizia. Salverei solamente il bellissimo personaggio recitato da Bruno Ganz, uno stralunato vecchio “figlio dei fiori” che con la sua saggezza e apertura spirituale riesce alla fine a dare una lezione alla chiusura mentale e aridità spirituale di tutti gli altri invitati. Nonostante sia recitato benissimo, il film non ha picchi ma solo discese, ed è intriso di una serietà generale dimenticandosi di quello che gli inglesi fanno meglio di altri cioè l’uso dello humor.

Un altra mezza delusione è stato “The Snowman” di Tomas Alfredson. Tratto da un libro che sicuramente è molto meglio del film, ci troviamo davanti a un giallone tipico immerso nella neve. Abbiamo il serial killer disturbato da trauma infantile, l’ispettore Harry Hole (Michael Fassbender) separato, ubriaco, in guerra con il mondo, ma molto capace, la nuova poliziotta con passato misterioso e la ex-moglie ancora amata. A metà film si capisce chi è l’assassino e nonostante i buoni attori e le scenografie belle e innevate, il film non lascia grandi ricordi.

Ho visto anche “Murder on the Orient Express” di Kenneth Branagh che recita la parte del mitico Hercule Poirot. Anche se tutti sappiamo la storia, e anche chi sia l’assassino (o assassini) il film si fa vedere soprattutto perché Branagh, in maniera molto furba, ha riempito il cast di ottimi attori che fanno comunque la loro figura. Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, l’iconica Judi Dench, Penelope Cruz, Willem Dafoe sono tra i passeggeri del treno e danno il loro contributo alla godibilità del film. Vedere questo film è come vedere un vecchio cugino che ha cambiato vita, vestiti e colori, ma che è rimasto lo stesso. Non aspettatevi un capolavoro, ma il film è godibile pieno di humor dove il Poirot di Branagh ne esce come vincitore totale. Aspettiamoci il prossimo “delitto sul Nilo” a breve.

Quello che invece è al primo posto è “Suburbicon” di George Clooney. Scritto dallo stesso Clooney insieme ai fratelli Coen (una garanzia) e Grant Heslov, tratta di una storia molto particolare che accade a Suburbicon, un quartiere ideale in una città ideale dove tutto è perfetto e pulito. Il protagonista, un ottimo Matt Damon, è padre di Nicky (un bravissimo Noah Jupe) e convive con la moglie e cognata che sono recitate entrambe da Julianne Moore. Nei film dei Coen non manca mai la tragedia nella normalità e dunque anche in questa famiglia arriva una situazione limite e drammatica che però apre a ulteriori scenari e situazioni sorprendenti e nello stesso tempo abbastanza agghiaccianti. La tragedia della famiglia Lodge va di pari passo con i problemi nel quartiere di una famiglia di colore che si deve confrontare con l’ottusità dei cittadini bianchi portando il pathos della pellicola a picchi alti e ben tenuti dal regista. Il film è strano e duro nonostante l’ambientazione e i protagonisti fanno parte del mondo “normale” e la sua intrinseca qualità è nello svolgere del racconto e soprattutto nei suoi punti di svolta. Mi è piaciuto molto e ve lo consiglio.

Andiamo ai libri.

Curioso di una recensione che avevo letto, mi sono immerso nel libro del giallista Donato Carrisi, “la ragazza nella nebbia”. La storia è un giallo atipico, immerso in scenari oscuri dove si staglia il personaggio dell’ Ispettore Vogel, chiamato a trovare la soluzione alla sparizione di una ragazza in un paese sperduto nelle montagne di Avechot. La storia, avviluppante e ritmata, ti prende molto e i colpi di scena (forse tranne l’ultimo) sono ben fatti e intelligenti.

È uno di quei libri che devi finire e che non lasci mai. Ho poi letto che lo stesso Carrisi si è misurato nella regia e ha diretto il film tratto dal libro. L’Agente Vogel è recitato da Toni Servillo e dunque non vedo l’ora di vedermelo. So che Carrisi ha fatto altri libri molto seguiti e venduti, e che ormai sembra sia uno scrittore di fama mondiale. Bravo. Un giallo da leggere.

Sapete tutti che ho un debole per Gianrico Carofiglio e non è vacanze per me se non leggo il suo ultimo libro. “le tre del mattino” narra la storia dolce e soave di Antonio, un liceale solitario con episodi di epilessia, e suo padre matematico dal passato brillante. Ad un certo punto della loro vita si trovano a Marsiglia per un consulto medico per vedere se Antonio è definitivamente fuori della malattia, e per definire questo devono stare svegli per due giorni di seguito per mettere sotto stress il suo cervello. Il libro dunque ci prende per mano e ci fa vivere le due giornate che padre e figlio vivono insieme. Come vi ho detto è un libro dolce che tocca molti punti delle nostre intime esistenze. Almeno per me, la madre è colei che solca il cammino nei nostri cuori, ma il padre è sempre stata la figura collaterale che poi nel corso degli anni diventa predominante. Carofiglio è bravo a cesellare le emozioni e il valore del libro sta negli sguardi e nelle parole sussurrate. Mi sono fatto cullare da questo libro come mi facevo cullare dalle onde del mare. Da leggere assolutamente.

 

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