Serie update

É tempo che non vi parlo di serie televisive e mi sembra giusto darvene un aggiornamento.

Inizio con il consigliarvi un ottima serie trasmessa di Amazon che s’intitola “Goliath”. La storia non è nuova, si tratta di un avvocato Billy Mc Bride con un passato di alto livello, che per motivi oscuri cade nel baratro del alcolismo e lavora prevalentemente seguendo “ambulance cases”, cioè persone che hanno avuto incidenti. McBride trova suo malgrado invischiato in un processo contro un grande ufficio legale dove lavorava in precedenza, giustificando il titolo della serie. A capo dell’ufficio legale è Donald Cooperman, misterioso uomo sfigurato per via di un incendio che vive al buio nel suo ufficio. Di legal thriller le serie televisive sono piene, ma questa ha qualche valore aggiunto. Prima di tutto l’interpretazione del mitico Billy Bob Thornton come Mc Bride che gli è valso un Grammy Award. Thornton trova l’equilibrio tra un derelitto e un uomo con principi solidi che forse neanche lui sapeva di avere. Sua moglie divorziata, Maria Bello, lavora con l’ufficio legale Cooperman e questo complica ancora le cose. Altro valore aggiunto è l’interpretazione di William Hurt come il bruciato e misterioso Donald Cooperman. L’ottima scrittura (con svariati colpi di scena) e gli ottimi interpreti rendono questo prodotto molto gradevole e degno di essere visto.

Di tutta altra pasta è una delle migliori serie degli ultimi tempi. Parlo di “The Punisher” su Netflix. Premetto che non sono un amante dei comics, nonostante ormai li troviamo ovunque, ma questa serie è ben fatta e si fa vedere volentieri. La storia è triste e forte. The Punisher è un Marine che faceva missioni segrete nei paesi arabi sotto conflitto. Fa parte di uno squadrone di “fratelli” che assistono a un evento che poi va oltre il loro controllo e che crea parecchia tensione tra CIA, soldati e compagnia cantando. Per via di tutto questo, una bella mattina assolata, entrano in casa di the Punisher e gli uccidono la moglie e i due figli. La faccia e il corpo di Jon Bernthal, protagonista della serie, è adattissima a farci vivere il suo dolore che si trasforma poi in rabbia per finire in vendetta. I primi 4 episodi costruiscono i personaggi e la storia per poi prendere un accelerazione e portarci all’inevitabile finale violento e vendicativo. La cosa più significativa però è la pronfondità della storia e l’intreccio di vite tra the Punisher e il suo alleato Microchip che hanno delle situazioni molto simili ma speculari. Molto bello.

Serie particolare ma intrigante invece è “Ozark” su Netflix. Creato da Bill Dubuque la serie drammatica ha come assoluto protagonista Jason Bateman nei panni di Marty Byrde, un financial advisor che lavora in una grande ditta a Chicago. Lui è uno dei due soci fondatori della ditta che, nonostante il suo veto, inizia a lavare il denaro di un cartel di droga. Inutile dire che la situazione precipita e grazie alla sua mente logica e alla sua calma Byrde riesce a non essere ucciso e promettere che potrà investire quei soldi fuori da Chicago, più precisamente a Ozark nel Missouri, posto di laghi, turismo, e molti segreti. La lotta tra la famiglia di Chicago, ricca e abituata a un tenore di vita alta, e la popolazione di Ozark che è molto semplice e rude, rende la serie piena di colpi di scena e situazioni difficili che mettono a dura prova le capacità dissuasive di Byrde. La serie è cupa e profonda, e anche qui recitata da attori molto bravi con paesaggi molto belli.

Una serie che vi consiglio veramente è “The Crown” anche questa su Netflix. Sono due stagioni dedicate alla storia della nascita e crescita della Regina Elisabetta II di Inghilterra….si quella Signora simpatica che si mette quei buffi cappotti e cappellini. La serie nasce dall’arte di Peter Morgan, che scrisse nel 2006 il film “The Queen” con Hellen Mirren. Prendendo come base narrativa la storia sia della famiglia Reale che quella del mondo in cui si trovano, Morgan dipana una storia che ha radici nella realtà ma che in alcune situazioni prende licenze romanzate per farci vedere quello che probabilmente era accaduto tra i protagonisti. Inutile dirvi che la serie va vista in lingua originale per apprezzare a pieno la capacità degli attori. Ricorda molto la mitica serie Downton Abbey con le sue ricchezze di costumi e “modi di fare” ma qui si parla molto inevitabilmente di situazioni storiche che conosciamo tutti. Tutti gli attori sono molto bravi, da John Lithgow che recita un ottimo Winston Churchill, a Matt Smith che è un veritiero Philip Duke of Edinburgh, ma una spanna sopra tutti si staglia Claire Foy che ci regala una Regina Elisabetta moglie e madre che vive come una missione il suo destino. Bello, molto bello.

Finisco con la rivelazione dei Grammy Awards, la serie “The Marvelous Mrs. Maisel” su Amazon. La serie si svolge a New York nel 1958. E già per questo mi piaceva. La storia semplice e molto romanzata, gira sulla coppia Miriam “Midge” Maisel (un ottima Rachel Brosnahan) e Joel Maisel (un bravissimo Michael Zegen visto in The Sopranos). La coppia è ebraica, e grazie a questo la comicità della quale è intrisa la serie, è piena della loro visione della vita. Non vi dico nulla per non rovinarvi il piacere di vedervelo, ma sappiate che la passione nascosta sia di Joel che di Miriam è la “stand up comedy” che nella serie la fa da padrona. La serie a volte diventa quasi un sogno, ricordando molto La La Land, e ha un contorno di costumi, scenografia, e soprattutto colonna sonora che vi entrerà nell’animo. Come vi ho detto, la storia è un pretesto per farci conoscere come vivevano in quei tempi, come si struttura la stand up comedy, e come vivevano il sogno di un nuovo mondo in tempi di costruzione e innovazioni dopo la guerra mondiale. Il punto di forza sta negli attori, tutti bravi, con i loro dialoghi divertentissimi pieni dell’ironia yiddish che ha fatto la storia di molti comici in giro per il mondo. I dialoghi tra i genitori e figli valgono tutta la serie. Si ride molto e di gusto. Come ho detto Rachel Brosnahan è bravissima in tutto quello che fa, coadiuvata dalla sua socia e manager Susie Myerson recitata da una fenomenale Alex Borstein. Vorrei fare una menzione speciale per i due genitori di Midge. Il padre, Tony Shalhoub che noi ci ricordiamo come “the Monk” è esilarante, e la madre Marin Hinkle è bravissima nel caratterizzare una madre piena di paure e speranze. Che vi devo dire, una serie girata negli anni nei quali sono nato io, con una New York bella e vintage, con la musica che va da Frank Sinatra a Nat King Cole, mi ha stretto l’anima di ricordi e odori buoni. Il ragù di mia madre, il suo profumo, l’immagine di quando lei si metteva il rossetto davanti allo specchio. Che bello The Marvelous Mrs. Maisel.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.