Three billboards outside Ebbing, Missouri

Mildred è una donna separata che vive con il figlio. Il marito la picchiava e la sua situazione sicuro non deve essere stata delle migliori. Mildred aveva anche un figlia, che sette mesi prima è stata brutalmente uccisa. Violentata, picchiata e poi bruciata. Sono sette mesi che le indagini non vanno avanti, e Mildred ha un colpo di genio. In una strada provinciale che porta alla città di Ebbing, ci sono tre cartelloni pubblicitari. Lei paga l’affitto e fa affiggere tre frasi, ognuna su ogni cartellone:

Violentata mentre moriva. E ancora nessun arresto. Come mai, Sceriffo Willoughby?.

Da questi primi passi di dipana un film bellissimo che ci narra un microcosmo di persone che cercano di annaspare nel mare della vita e che a volte vincono, e a volte falliscono. Lo scrittore e regista, Martin Mc Donagh, ha avuto quella rara capacità di prendere una storia in un ambiente piccolo con gente semplice, e portarlo a diventare qualcosa di tragicamente umano. Gli attori, tutti bravissimi, incarnano gli aspetti più profondi di noi esseri in balia di non si sa cosa. C’è il dolore della morte, ma anche la compassione. Vediamo cosa vuol dire amicizia e redenzione, e come una semplice parola come amore può cambiare la direzione di persone perse nella rabbia. Direi che sotto certi punti di vista è un film epico, nonostante venga girato in un paese di tre case.

La storia, che non vi racconterò, è semplice ma contorta. Ci sono atti d’intelligenza e umanità che ti prendono per la gola, ma che ti lasciano senza fiato per la bellezza. Questo film, questo dono, si realizza per via della scrittura sublime e la caratterizzazione dei protagonisti, ma soprattutto per gli attori che qui vanno oltre ogni positivo giudizio.

Prima di tutto Frances McDormand (Mildred Hayes) grandissima attrice che abbiamo amato smisuratamente in Fargo dove vinse l’Oscar e si è portata a casa anche un Emmy per la serie Olive Kitteridge. Con la sua faccia spigolosa e carattere duro incarna tutto quello che una madre mortalmente ferita può fare per trovare la luce nel buio della sua anima. Si ride molto grazie a lei, semplicemente perché riesce a fare cose che vorresti tanto fare, e che nessuno ha il coraggio di fare. Il suo ritratto di Mildred ci regala momenti molto belli e intensi, e vorremmo alla fine del film salire sullo schermo e abbracciarla

Woody Harrelson (Bill Willoughby) è molto bravo e ormai è cresciuto a uno dei migliori del suo genere. Qui fa la parte dello Sceriffo Willoughby, uomo apparentemente duro e spigoloso, ma di grande saggezza e furbizia. Suo malgrado diventa il perno della storia intorno al quale le cose cambiano.

Menzione a parte, e in odore di Oscar, è Sam Rockwell (Jason Dixon) che disegna il suo Jason in maniera egregia. Rockwell ha sempre recitato in film di secondo ordine e non è mai assurto alla prima linea, ma qui prepotentemente ci fa vedere il suo raggio recitativo. E’ molto bravo e si merita tutto quello che di bello atterrerà nelle sue mani.

Menzione anche per Peter Dinklage, che purtroppo chiameremo sempre “il nano di Game of Thrones”, e la bella attrice australiana Abbie Cornish.

Un opera d’arte da vedere e godere.

 

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