Qua e là, Andalusia

Passare le feste in famiglia in Spagna non è molto diverso dall’Italia. Si mangia, ci si scambiano I regali, ci si vuole bene. Una delle tradizioni di Madrid sono le “luminarie” cioè le luci nelle strade. Sono molto belle, diverse in ogni strada, e le persone fanno lunghe passeggiate per vederle tutte. C’è pure un autobus turistico double decker che fa il giro di tutte le strade illuminate. Plaza Mayor è piena di bancarelle, un pò come era la buona vecchia Piazza Navona, e li vicino siamo andati a mangiare un panino caldo con I calamari fritti che loro chiamano “alla Romana”. Buonissimo.

Il centro è praticamente tutto pedonale e la temperatura gradevole ha riempito ancora di più le strade. La festa principale in Spagna è “los Reyes Magos” che corrisponde alla nostra Epifania. Ma di questo ve ne parlerò dopo.

Durante il nostro soggiorno con la famiglia siamo andati a Sevilla. Quello che sapevo del Andalusia mi viene dato dalle persone che conosco e da quello che leggo. Gente allegra, temperature torride (parliamo di 50 gradi d’estate a Sevilla), parlata veloce e simpatica (per esempio invece di dire “esto” dicono “eto”), molto vivaci. Abbiamo avuto la fortuna di soggiornare vicino al centro storico e dunque appena arrivati siamo andati a piedi a vedere la famosa Plaza de España. Vi devo dire sinceramente che sono rimasto senza fiato per la sua bellezza. Fu costruita nel 1928 e disegnata dall’Architetto Anìbal González per la Expo Ibero-Americana del 1929 ed è immersa nel parco Maria Luisa.

Detto questo, che era dovuto, vi devo confessare che raramente mi sono trovato davanti a qualcosa di così bello. Tolto le piazza di Roma, insieme alla Piazza dell’Unità d’Italia di Trieste, è sicuramente la Piazza più bella che io abbia mai visto. Fatta a semicerchio, con in mezzo uno scorrimento d’acqua tipo fiume che si può navigare con barchette a remi, è romantica e maestosa nello stesso tempo. I ponticelli che si alzano sopra il corso d’acqua danno un assaggio di Venezia, ma difficile elencare tutto quello che ti regala. Ci sono le bellissime ceramiche Andaluse che coloriscono le facciate del palazzo che si affacciano sulla piazza. L’arco abbraccia alcune mappe che mostrano tutte le provincie Spagnole con illustrazioni su piastrelle che ci mostrano momenti importanti della loro storia. In realtà l’impressione più forte è di stare davanti a qualcosa senza tempo. Ha tutto e niente, ha il passato e il futuro, la maestosità insieme all’abbraccio dei suo archi. Non a caso la piazza è stata scelta da uno dei film di Star Wars per mostrarci una piazza futuristica in uno dei pianeti della Saga.

A Sevilla e in Andalusia si tapea, dunque quando si mangia t’inondano di sapori e colori. Ecco, in Spagna non ci si annoia a mangiare. Il centro è totalmente pedonale e curato. La parte antica è molto carina, sembra quasi di stare in una città marinara. Il fiume che attraversa la città è il mitico Guadalquivir, navigabile e unico fiume che nasce e che muore in Andalusia. La città è piena di localini dove fanno dell’ottimo pesce fritto anche se si trovano I soliti negozi di mercato globale insieme a souvenir e cose tipiche.

Altro fiore all’occhiello che abbiamo visitato è la bellissima Alcázar. Sede dei Reali di Spagna per secoli, ha una forte influenza Araba con architettura Mudéjar che si trova appunto nella penisola Iberica. Anche qui la sua bellezza è stata sfruttata per film e serie televisive come Game of Thrones. Il palazzo è bellissimo e da fuori neanche si può immaginare la diversità e bellezza del luogo. I giardini poi ti portano direttamente in paradiso. Semmai ci andrete consiglio di comprare I biglietti on line perchè le file ricordano quelle per entrare ai musei vaticani. Un posto da sogno.

Siamo poi andati a vedere il museo di arte contemporanea, un po fuori della città, che era una antica fabbrica di ceramica. Il posto è suggestivo e degno di essere visitato. Momenti topici di Sevilla sono la Pasqua e la Feria. La Pasqua in tutta la Spagna è molto sentita, piena di processioni e atti di fede. A Sevilla la Madonna più importante, la Macarena, è portata da uomini con cappucci a punta (tipo Ku Kux Klan) nelle vie creando uno tsunami di emozioni. Altra storia è la Feria che si tiene ad Aprile e dura una settimana. In una zona di vastissima estensione ogni famiglia affitta un palchetto dal quale generalmente ci sono canti e balli di Sevillana. Inutile dire che si mangia e si beve molto. Ci sono leggende su quello che è accaduto alla Feria di Sevilla che metà ne basta.

Lasciamo la città per tornare a Madrid con la voglia di vedere altra Andalusia. Cordoba, Malaga e la stessa Granada sono famose in tutto il mondo. A metà strada sull’ autostrada (bella e gratis), ci fermiamo a mangiare in un posto vicino a Caceres. In pratica è un self-service casareccio. Il dueño ci dice che sarebbe un “all you can eat” a 11 Euro. I piatti sono veramente casarecci e vanno da carciofi cotti in padella con prosciutto, a pollo al forno con cipolla, paella, e diversi tipi di verdure. Prendo il piatto e mi siedo nel tavolino che ci hanno destinato. Mi siedo su una sedia che ha sullo schienale una scritta: “aquí comió S.M. El Rey Don Felipe VI (9 Mayo 2016)”. In pratica la storia è questa: il Re Felipe (quello attuale, il figlio di Re Juan Carlos) doveva tornare dal Sud del paese come al solito in elicottero, ma quel giorno c’era una pioggia da fine del mondo. L’unica soluzione per tornare a Madrid dunque era la macchina. A metà strada si vede che pure a lui è venuta fame, e sono entrati a mangiare nello stesso posto. Si è seduto dove stavo io, ha mangiato con il suo seguito, ha pagato 11 Euro, si è fatto la foto con le cuoche, e poi è tornato a casa. Fico no?

Torniamo a Madrid per la festa de los Reyes. In tutte le città si fa la “cavalcata de los Reyes Magos” che in pratica simboleggia l’arrivo dei Re Magi al cospetto di Gesù bambino. Inutile dire che I bambini impazziscono e tutto ruota intorno a loro.  Ci sono tre figuranti che si truccano e si vestono come I 3 Re, e leggendo le lettere dei bambini, portano a loro i regali. I bambini, secondo tradizione, lasciano un piatto con cibo e qualcosa da bere. Lasciano anche delle carote per I cammelli. Bellissimo. La sera del 5 a Madrid c’è la cavalcata più importante e seguita del paese. Quella sera pioveva molto, ma non ha certo fermato centinaia di persone e bambini che si sono buttati sotto la pioggia e vedere I carri. Dai carri I figuranti buttano caramelle ai bambini, e la sfilata è piena di colori e musica.

La cosa che mi ha colpito è che, al contrario di Babbo Natale e la Befana che sono esseri metafisici che non si vedono se non di sfuggita, I Reyes Magos invece sono persone vere che si presentano davanti ai bambini. Le parocchie della città organizzano vere e proprio raids negli appartamenti con figuranti dei Re Magi e il loro seguito. Le famiglie lasciano I regali fuori della porta, e loro allora bussano e entrano incontrando I bambini che impazziscono di gioia. Inutile dire che a fine serata tra vino, birra e altro, I figuranti devono tornare a casa in taxi.

Su Internazionale nr. 1236 ho letto un articolo molto interessante di Marco D’Eramo (New Left Review, UK) che analizza la “Città non eterna” cioè Roma. Un articolo serio e documentato che scrive di quello che siamo. A un certo punto scrive: “Ma il vero problema della corruzione italiana è che altrove si corrompe per fare le cose, mentre in Italia si corrompe per non farle. In Spagna scoppia uno scandalo di corruzione dopo l’altro, però la rete dei treni ad alta velocità è stata completata, Madrid ha dodici linee di metropolitana, mentre Roma ne ha due e mezzo”.

E mi si stringe il cuore, perchè nel nord della Spagna nel camino di Santiago, o a Sevilla, o a Mallorca, trovo colonne e acquedotti, strade e anfiteatri e pietre che sono li grazie ai Romani.

Ma non credo amici miei che basti più.

 

 

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