Filmoni

Iniziamo con il filmone Sicario del regista Denis Villeneuve che avevo già  apprezzato nei suoi precedenti film (entrambi molto belli)  La donna che canta (2010) e il mitico Prisoners (2013) di cui vi ho parlato tempo fa. La storia del film tratta delle missioni segrete che la CIA fa in Messico contro i narcotrafficanti che stanno mettendo a ferro e fuoco molte città del paese lasciando dietro mucchi di morti. Sembra che, per fare queste missioni, la CIA possa assoldare dei mercenari, ma durante le missioni deve avere almeno un ufficiale di polizia che funga da “ notaio”  e che certifichi che la missione si sia svolta seguendo le legge vigenti. Ecco dove entra in scena la poliziotta Emily Blunt che viene assoldata da un misterioso Josh Brolin che è il capo CIA della missione segreta. Insieme a un gruppo di ex-soldati che hanno combattuto in Iraq e Afghanistan, iniziano a raccogliere informazioni per poi partire in gran segreto per la missione oltre frontiera. Anello misterioso del gruppo è il bonissimo e fichissimo (AAHHH….se fossi donna……) Benicio del Toro. Lui, messicano, ha avuto la famiglia sterminata dai Narcos ed è diventato ….sicario.

Nel film c’è tutto quello che ci si aspetta dal filmone americano sulla CIA

–          Convogli d’auto nere con vetri oscurati;

–          Elicotteri;

–          Tutti i tipi d’ armi, dai mitra alle pistole;

–          Gente fica e muscolosa e sempre un po’ sudaticcia che non ha mai paura;

–          Sfigati, che poi sono quelli che i nostri eroi salvano….ma non in questo film.

I diversi piani narrativi s’ intrecciano. Da una parte la missione e la professionalità di Brolin e Del Toro, dall’ altra la sorpresa e susseguente critica dei metodi usati di Emily Blunt. A parte di qualche twist narrativo che ti fa dire “ e caspita, questo non è possibile che accada!!!” il film si fa vedere senza problemi tra scene notturne, visori agli infrarossi, e giubbotti di protezione. È asciutto e senza fronzoli, un film da uomini veri. Non ve lo fate mancare, soprattutto per ….Benicio del Toro!!!.

 

Ho anche visto Southpaw, anche questo è un bel filmone questa volta sul pugilato di Antoine Fuqua. Protagonista uno degli attori che amo di più, Jake Gyllenhaal  che fa la parte di Billy Hope, grande pugile campione mondiale, che come caratteristica ha quella di difendersi poco, prendere un sacco di pugni, e mettere KO gli avversari. Insomma una specie di bestia.  Sua moglie, la bellissima, bravissima e Canadesissma Rachel McAdams (che abbiamo visto in Aloha e True Detective 2) lo ama, e lo protegge fungendo la manager della sua vita e carriera. Hanno una figlia, Leila (la bravissima giovane attrice Oona Laurence che somiglia alla sorella di Harry Potter) che stravede per l’ eroico padre che torna a casa pieno di tagli e lividi. Durante un evento per beneficenza, accade una disgrazia e Hope cade in un vortice apparentemente senza fine. Perde praticamente tutto, titolo compreso, e si ritrova a doversi trovare un lavoro naturalmente in una palestra brutta e sporca dove l’ allenatore è un bravissimo (come sempre) Forest Whitaker. La mattina pulisce i cessi, e appena finisce si allena. Film già visto di riscatto e rivincita, ma qui l’ occhio guarda più sul dramma emotivo che sugli allenamenti alla Rocky Balboa. Gyllenhaal non sbaglia un colpo, scolpendo il suo corpo e la sua faccia per dimostrarci quanto la vita lo abbia messo al tappeto. Il film è duro ma fatto molto bene, e …almeno nel mio caso (ma questo conta poco) ti fa scendere la lacrimuccia alla fine. Notevole veramente è la colonna sonora di Eminem (che sarebbe dovuto essere lui Billy Hope) con rap e hip hop duri e pieni di sangue. Menzione d’ onore è per Curtis “ 50 cents” Jackson alla sua prima apparizione sul grande schermo come organizzatore d’ incontri di boxe.

P.S. Southpaw è una guardia che usano generalmente i pugili mancini. Poi quando vi vedo ve la faccio vedere.

 

Finisco con una chicca per gli amanti delle serie televisive. Suggerito dal mio pusher B (grazie B!!) ci siamo visto The Fall, serie televisiva britannica. Anche qui nulla di nuovo. Serial Killer britannico che è ricercato da ispettore di polizia donna e intuitiva. Il serial killer è Jamie Dornan, poi visto in 50 sfumature di grigio, o meglio….che hanno visto perché io quel film non l’ho visto. Lei è Gillian Anderson, la mitica Agente Scully di X files. Qui i tratteggi sono più psicologici che altro. Il serial killer tale Paul Spector, è un uomo normale con un lavoro normale e una famiglia normale. Fa ancora più male dunque vederlo mettere a letto la sua bambina per poi uscire di notte e stuprare e uccidere una donna. Dornan è bravo a recitare con sfumature che ci fanno intuire il suo dramma interiore. L’ ispettore Stella Gibson invece è una donna tutto tondo, indipendente e intelligente, che ha anche lei un vissuto oscuro che a  volte s’ intreccia con quello di Spector. La produzione è BBC e RTE (la televisione Irlandese) ed è notevole. Anche qui a volte ci sono sforzature nel plot, ma le puntate si fanno vedere volentieri (6 puntate ogni stagione) e tutte hanno un substrato di tensione che ti tiene bello sveglio.

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