Qua e là Madrid

Madrid è elegante. Molto. Città di classe, organizzata, pulita. Negli anni 40 gli uomini potevano camminare sulla “Gran Via” solamente se indossavano la giacca e la cravatta. Si vive bene a Madrid, i bar sono pieni perché costano poco, e la gente esce. Sempre. Gli spagnoli mangiano a pranzo alle 15, e poi cenano non prima delle 21, questo perché hanno più sole di noi stando più alti sull’equatore, e più bassi del tropico. Dunque, i primi giorni gli italiani sostanzialmente svengono dalla fame e mangiano nella loro ora della merenda.

Sono andato in un ristorante chiamato “No.”. Atmosfera moderna, cibo ottimo. Sul tavolo abbiamo trovato un cestino con sopra scritto “No. Movil”. In pratica, se volete mangiare in pace, mettete qui i vostri cellulari. Il bagno aveva scritto “No. Hombres” e “No. Mujeres” creando inevitabile confusione. Dopo un po’ ho capito finalmente perché si chiamasse così. Su un muro bianco proiettavano pezzi di video in bianco e nero. Mi sono soffermato a guardarli e ho capito che tutti i protagonisti del video, avevano detto di No. C’era lo studente che si fermò davanti ai carri armati a Tienanmen, c’era Rosa Parks che disse di no a un autista di bus, c’era Martin Luther King. Idea forte, semplice, bella.

Ho capito che gli Spagnoli sono persone serie quando ho visto i loro politici durante una riunione dei paesi hispanohablantes in Venezuela qualche anno fa. Per la Spagna c’era ancora Zapatero, e il Re Juan Carlos. A un certo punto il buon Hugo Chavez prende la parola e inizia a parlare malissimo della Spagna, soprattutto contro le poltiche del precedente Primo Ministro (Aznar, di destra). Il Re (al quale stava riccamente sulle palle Chavez) schiuma, ma Zapatero prende la parola e dice “Non entro in merito a quello che ha fatto Aznar come politico, ma lui rappresentava in quel periodo la nazione Spagna e dunque ha diritto ad essere rispettato perché Spagnolo”. Ecco il segreto (che ormai noi Italiani abbiamo perso per strada) è questo:  non importa chi è a capo del governo o della nazione, importante è quello che rappresenta.

Madrid aveva un problema con il traffico in entrata nella zona del passaggio del fiume Manzanares. Il Sindaco Gallardón (amato tanto, e ora Ministro di Governo), nonostante avesse avuto tante critiche in quei tempi, ha fatto una mega opera ingegneristica. Hanno spostato il fiume e lo hanno fatto passare da un’altra parte. Hanno usato il letto del fiume per farci passare le macchine con un mega sotterraneo, e sopra il luogo dove stava il fiume ora ci si può passeggiare in mezzo a prati, piante, fiori, campi di basket, skateboard, baretti e panchine. In questo periodo invece, siccome i ponti sono quasi tutti moderni e di cemento, hanno deciso di buttarli giù. Stanno dunque costruendo dei passaggi sotterranei per le autovetture, e poi i ponti andranno giù. Lasceranno solo quelli storici. In tutta Europa, si è continuato a costruire, a fare strade, ponti, grandi opere. C’è la crisi, ma le politiche europee sanno che se ti fai prendere dalla paura, tutto si ferma, si congela.

I vecchietti vanno molto in giro. Eleganti con le loro camicie e maglioni, o giacconi di finta pelliccia, sono rispettati dovunque.

Il problema di noi Romani è che quando mettiamo il piede fuori dalla nostra città ci accorgiamo che c’è dell’altro. Si, si può vivere comodamente. A Madrid c’è traffico si, ma ci sono una marea di parcheggi. I bus funzionano bene, sono tanti, moderni e puliti. Non parliamo della metro e dei treni. La gente è più tranquilla, non s’incazza. È una città classica, bella, europea, dove gli Spagnoli si lamentano della crisi, ma non sanno cosa minchia passiamo noi qui.

Stando in mezzo alla penisola Iberica, i mercati di Madrid hanno il pesce che viene dal Mediterraneo e dai mari del Nord. Non ho mai visto così tanta varietà di pesce a prezzi che sono la metà dei nostri. Sono andato al mercato di Chamartin alla famosa “Pescaderia Ernesto Prieto en el Mercado de Chamartin” dove c’erano circa 20 persone a lavorare. Il loro sito ha una webcam dove vedi il pesce in tempo reale e dove puoi ordinare il pesce via web. Al mercato ho visto un salumiere in parananza con la camicia e la cravatta.

Chiaro che gli Spagnoli si lamentano, d’altronde come fanno i Norvegesi, o i Canadesi. Quando vedo quello che hanno, e quando capisco come lo fanno, m’incazzo con noi Romani e Italiani perché ci vorrebbe veramente poco per vivere meglio. Ma noi abbiamo il sole, la pizza, la carbonara………..

Per esempio anche il più piccolo  bar di quartiere ha le sedie sul marciapiede. Questo fa si che il quartiere sia vivo, che la gente quando passeggia si fermi a bere qualcosa semplicemente perché esiste l’opportunità di farlo. Quando un cinema muore, almeno qui a  Roma, noi ci facciamo un bingo. Da poco a Madrid hanno aperto “Platea”. Era un vecchio cinema al centro che ora è un fantastico open space dedicato al mangiare. Sommando le stelle Michelin dei cuochi che vi lavorano dentro si arriva a sei!!. C’è il banco dove tagliano la pata negra, il banco delle tapas, delle birre, e un enorme bancone dove si può ordinare da bere. Nella prima galleria del cinema ci hanno fatto un ristorante. Nella seconda galleria un cocktail bar. Lo schermo è rimasto e ogni tanto fanno spettacoli e proiettano film, mentre tu ti siedi e mangi e bevi di tutto e di più. Un posto veramente fico.

Per gli Spagnoli il legame con la monarchia è ancora molto forte, soprattutto per la loro storia. Il paese è pieno di castelli e residenze visto che come dicono, i loro soldi nel passato erano usati per fare guerre. Castilla contro Leon, Spagna contro Francia, Nord contro Sud, Spagna contro i mori. Dicono che mentre loro buttavano i soldi per le guerre, noi li usavamo per l’arte e per sviluppare il bello. Beh,  questo è vero e la nostra arte e bellezza non ha paragoni, peccato che non la valutiamo troppo bene, ma questa è un’altra storia.

Finisco con una cosa che denota la visione peculiare dello Spagnolo. A Natale c’è una delle tante lotterie che si chiama “el Gordo”. Nella nostra lotteria di capodanno, se becchi il numero vinci tutti i miliardi d’euro in palio. Nel Gordo invece il concetto è diverso. Il numero che vince è diviso in decimi, e dunque se vinci hai un decimo del montepremi. La vincita si divide tra molti, diventa una cosa sociale e non personale. Per esempio quest’anno il biglietto è stato comprato dal proprietario di un ristorante. Secondo usanza, lui ha regalato un decimo a tutte le persone che lavorano nella sala e nelle cucine. Quando è uscito il numero ognuno di loro si è portato a casa 400.000 euro. Ma la cosa più bella di tutto questo sono gli abbracci, gli abbracci tra persone che in quel momento hanno avuto una bella cosa e l’hanno condivisa con gli altri. Altro che Facebook.

 

 

 

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