È facile andare dove il mare è bello, con poca gente, dove gli alberghi ti danno quello che promettono. Facile…eh?…..Invece il vostro eroe con armi, bagagli e tanto di cane se ne andato 5 giorni a Rimini, si…la patria dell’effimero. La sensazione è di stare in un posto dove tutto è possibile, una specie di Harrods all’area aperta. Vuoi andare al mare con il tuo cane? Fatto. Vuoi animazione per i bambini, giochi nell’acqua, parco giochi, delfini, falchi, acquafun? Fatto. Vuoi attempati bagnini che soddisfano le tue voglie sessuali, e donnone felliniane che ti fanno impazzire? Fatto. Vuoi un posto dove i negozi vendono teschi finiti e gioielli di Bulgari? Fatto. Vuoi cornetti caldi di notte e ragazzi che vomitano ubriachi la mattina? Fatto. La costiera Romagnola, il massimo di organizzazione che si può avere in Italia. Ho avuto l’impressione che se fossi andato alla Reception dell’albergo per chiedere:
“Buonasera, vorrei una drag queen di colore, con capelli ramati, che canti l’Aida di Verdi e che mi faccia da dog sitter” mi avrebbero risposto con la loro fantastica “C” sdrucciola: “Certo Sig. Trippa, a che ora vuole che venga in albergo? “
Alle 8 della mattina la vita sulla spiaggia inizia. Il tacito accordo è che prima di quell’ora puoi andare a correre o passeggiare sulla spiaggia (lunga….solida…..ampia….) senza che nessuno ti rompa gli zebedei. Puoi anche portare il tuo cane e fargli fare il bagno. Tutto è possibile a Rimini, basta mettersi d’accordo. I centri commerciali a Rimini sono uguale e identici a quelli di Roma, Dubai, Milano, o Copenaghen. Stessi negozi, stessi visi di mariti stressati, stessi bambini che fanno i capricci. L’unica cosa diversa è che fanno le piadine.
La spiaggia è lunghissima. Quello che noi chiamiamo stabilimenti loro li chiamano “bagni”. Iniziano dal bagno numero 1” a finiscono non so dove, forse mai. Il nostro era il bagno 57-61 (una cooperativa) e avevano un bar, giochi per bambini, spiaggia per cani, animatrici, bagnini, bagni, docce, e lo sconto per Oltremare. Siccome i bagni sono tutti interconnessi con degli altoparlanti, ogni tanto si sentivano degli avvisi validi per tutti.
“alzare la bandiera bianca e togliere quella rossa”
“la capitaneria di porto vi ricorda di non buttarvi in acqua subito dopo il pranzo”
Ma a volte si sentivano avvisi come questo:
“si è smarrito un bambino di 3 anni di nome Giacomo. Ha un costume blue. Chiunque lo vedesse, può avvertire il bagnino al bagno numero 84”.
E vedi tutte le mamme che subito si girano a guardare I loro bambini. Rasserenate dalla visione, iniziano poi ad angosciarsi pensando al bambino Giacomo preso da qualche maniaco o caduto in una buca. Per angosciarle ancora di più, ti dicono che si perdono, ma non ti dicono che si ritrovano. Dunque i messaggi sono “messaggi nella bottiglia” che vanno nel mare e rimangono li, nel nostro immaginario. Generalmente quando entro in un negozio o in un bar e mi danno del “tu” mi da un po’ fastidio, della serie “ma abbiamo mai mangiato insieme noi due?”. In Emilia Romagna no. lo fanno con una tale naturalezza che ti verrebbe voglia di sederti e prendere un caffè con loro anche se non li hai mai visti prima.
E nel dormiveglia sulla spiaggia…….:
“il Sig. Luca dovrebbe rendersi conto che la moglie ormai non lo ama più”
Rimini è pieno di Russi. Ci sono scritte in Russo dovunque, bar, mercati, supermercati. Girano con calconcini corti aderenti, e cappelli con visiera, ma la visiera è bella grande e piatta, come i rappers americani.
“Genitori della bambina Lucrezia, non vedete che la vostra creatura è grassa? La volte uccidere?”
I russi sono tristi. Girano e sono sempre seri, e tristi. Anche se ridono, quando smettono, i loro occhi sono tristi. Non so perché.
“Attenzione, Sig.ra Lucia, tuo marito sta scopando con la vicina d’ombrellone nella cabina nr. 43”
Di fatto, Rimini e Riccione hanno avuto il massimo del loro splendore negli anni 70, e dunque ci sono ormai alberghi che una volta erano ottimi, diventati ormai dei vecchi palazzi con ricordi di vecchia gloria. In pratica, le 4 stelle di un hotel a Rimini, sono quasi sempre stelle sbiadite dal tempo.
“Angela, non pensare quelle brutte cose della tua vita. Si, sei un po sfigata, ma da qui a uccidersi…lascia stare”
I miei eroi dell’estate quest’anno sono i pischelli adolescenti. Quelli molto timidi, un po cicciotelli. Li vedi che si aggirano sulla spiagga come lupi in cerca di cibo. Vogliono i culi e le tette, vogliono la bionda procace che cammina in bikini con i sandali con i tacchi. Le madre sono vicine, ma loro guardano di sottecchi facendo finta di leggere topolino e nascondendo la loro erezione con la “tovaglia da mare”. E la sera, sotto la doccia, pippe mostruose ed esaltanti che li lasciano sfiniti e affamati. Che bello.
“Signora Lucia, pasta corta. Faccia la pasta corta che viene meglio con il ragù”
Tranne qualche strada chiamata come le sue pellicole, una piazza, e qualche altro oggetto, non c è molto Federico Fellini a Rimini nonostante vi sia nato. Peccato. Se fossi il Sindaco farei un parco a tema Felliniano, con transatlantici di cartone, tabacchaie procaci, e bagni nelle fontane.
“Non siate tristi, le vacanze finiscono, ma Rimini e Riccione ci saranno sempre…tornate….tornate….sorbole!”
E dopo la costiera Romagnola, andiamo nel nord Est. Andiamo per il matrimonio del secolo (non vi dico di chi…ma sono molto importanti!!!) dalle parti di Gorizia. Il Carso è una bellissima terra. In poca distanza hai montagne, mare, colline, e molto molto verde dappertutto. Sono terre piene di storia. Nei sentieri ci sono ancora le postazioni usate dai nostri soldati nella prima guerra mondiale e camminando in mezzo ai boschi ti trovi in Slovenia con un batter d’occhio. Sono terre di confine, e l’influenza Slovena, Slava in genere si fa sentire. Stavamo in un rimodernato bellissimo alberghetto familiare dove la gentilezza regnava sovrana. La mattina la Signora ci viziava. Tre giorni, 3 tipi di brioche e torte diverse. Amo il loro modo di parlare. Finiscono le domande con un SIIIIII? O un NOOOOO? che sono sempre dei codici di gentilezza.
Gorizia, citta di confine. Tempo fa era divisa in due, come Berlino. Città eroica, che ha lasciato tanti morti per l’Italia, e dove ci fu una fortissima resistenza al nazismo. La cosa che mia ha colpito dei Friulani è che ….. sono felici. Al contrario di Roma, qui a nessuno gli rode il culo. Siamo andati in un bel bar moderno. Il baristi che ha accolti come se fossimo delle star. Ho bevuto un aperitivo della casa. L’aperitivo si chiamava “Ugo”. Bellissimo.
Siamo andati a Trieste, città fantasticamente bella. Città sul mare dove i Triestini hanno una rapporto fichissimo con il mare. Buona parte del lungomare è un lungo marciapiede che costeggia i sassi e i massi. Loro si mettono a prendere il sole e a fare il bagno direttamente per terra, o su sdraio pieghevoli sotto l’ombra degli alberi. A pranzo prendono un panino e se ne vanno al mare. Dunque tu guidi e costeggi gente mezza nuda che prende il sole. Sembra che hanno dovuto mettere le siepi sui lati dei marciapiedi perché c’erano tanti tamponamenti. Il luogo è pieno di castelli magici che vanno visitati pensando alle vecchi famiglie che vi abitavano. Le leggende s’intrecciano con la storia, e capisci che è una regione piena di belle cose chiuse dentro al guscio della loro semplicità. Come una perla in un’ostrica. Ci torneremo senz’altro ma soprattutto per un motivo.
Durante il matrimonio fatto in un luogo incantato, messo a festa come fosse una sagra di paese, con cibo buonissimo e musica trascinante, la cosa che più mi ha colpito sono stati gli abbracci. Abbracci veri, forti, di quelli che trasmettono qualcosa di forte e dove non c’era bisogno di parole.
Siamo tornati a Roma con una sensazione di mancanza, come se quel posto in così pochi giorni ci avesse adottato e accolto con gentilezza e sobrietà.