Solvitur, Stoner e Biff

Alla fine poi l’estate lascia molti ricordi, come se fosse una perenne domenica, qualcosa che poi finisce e qualcosa ricomincia. Saranno i piedi nudi, la sabbia, la mozzarella che d’estate ha un altro sapore. Ancora non è finita, e durante il cammino dell’estate ho vissuto cose belle.

Ho letto “Stoner” libro di John Williams, scrittore Americano. Fu scritto nel 1965 ed ebbe pochissimo successo poi, come spesso accade, venne ristampato nel 2003 con grosso successo. Evidentemente era oltre il suo tempo. Stoner è un libro molto bello che ci narra la vita di William Stoner, ragazzo che nasce e che vive in una famiglia agricola nel Missouri, e che lascia la famiglia per andare all’Università. Il padre lo vorrebbe studioso di agricoltura per farlo diventare un investimento, ma lui un giorno legge un sonetto di Shakespeare e s’incammina sull’appassionante strada della letteratura. Stoner è introverso e a volte cupo, ma vive la sua vita. Una vita semplice con passioni e tristezze, con problemi e soluzioni. Nelle prime pagine mi sono trovato a dire a me stesso “sai che noia un libro su un professore universitario! “ e invece l’abilità di Williams ci lascia allibiti. Il semplice e l’ordinario diventa appassionante. Le avventure sono quelle delle emozioni non vissute e desiderate. Le persone che ruotano intorno a Stoner fanno da corollario a quello che la società si trova ad affrontare in quell’era storica e che aiutano a costruire la sua di storia. Una storia apparentemente che cerca di livellare tutto, ma che di fatto porta la semplicità ad altissimi livelli narrativi.

Due cose mi rimarranno di Robin Williams che me lo fa amare tanto. La scena di “Attimo Fuggente” (inutile che vi dica quale) che mi fa puntualmente, inesorabilmente, e inevitabilmente piangere. Sempre. Il suo sguardo tra una battuta e l’altra, tra un movimento sincopato del suo corpo e l’altra. Aveva lo sguardo triste. Che riposi in pace dovunque egli sia.

Visto che parliamo di semplicità, un film semplice semplice ma che merita essere visto è “About Time” scritto e diretto da Richard Curtis. Richard Curtis ha scritto e diretto “Love Actually” che naturalmente tutti voi avete visto, e se non lo avete ancora fatto…fatelo. Love Actually è la prova che la leggerezza può essere intelligente e stimolante. In “About Time” viviamo la vita di due ragazzi, Tim e Mary, che s’incontrano, s’ amano, lavorano , si sposano, hanno figli, ecc. Insomma nulla di nuovo direte voi, ma Curtis ci mette dentro un pizzico di “magia” con una trovata geniale, e questo “twist” porta la pellicola ad essere in alcuni frangenti persino filosofica e intrigante. La relazione con la famiglia e i fratelli viene vissuto attraverso questa “magia” che porta a volte situazioni divertenti e paradossali. Da vedere in una notte calda con qualcosa di fresco da bere…e magari anche un buon gelato.

Grandissimo libro che vi consiglio molto vivamente (GRAZIE Alessandro!!!)  è “Il Vangelo secondo Biff” di Christopher Moore. Moore è un pazzoide geniale e molto preparato, che si è immaginato un vangelo scritto da Biff, un amico d’infanzia di Gesù. Il libro s’immagina cosa ha vissuto e fatto Gesù nei suoi primi anni di vita (che sono ancora sconosciuti ai più) e attraverso la visione sagace e ironica di Biff leggiamo dei loro viaggi e incontri da giovane fino alla sua morte sul Golgotha. Ci fa vivere i miracoli, i viaggi, l’incontro con gli Apostoli in un modo diretto e molto molto divertente. Il valore del libro sta proprio in questo, tocca la nostra storia religiosa facendocela vedere con un altro punto di vista, senza distoglierci dal valore intrinseco e la sua sofferenza, ma in modo ripeto molto divertente. Si ride molto leggendolo ma alla fine ti viene la curiosità di riprendere in mano i vangeli e vedere come sono andate veramente le cose secondo loro…non secondo Biff.

Finisco con un piccolo libro del 2005, “Isole” di Marco Lodoli. È la raccolta (ma io questo non lo sapevo) delle isole che Lodoli scriveva sulla parte Romana della Repubblica on line. In pratica il Prof. Lodoli è andato in giro a Roma per cercare quello che appunto lui chiama Isole, cioè luoghi o persone che rappresentano qualcosa di particolare e che sono un po’ fuori il lo standard della Roma turistica e culturale che tutti noi conosciamo. Insomma, lo sapevate che a Roma c’è una fontanella costruita appositamente per cani? E che c’è un vero lago (non enorme) dentro un palazzo? Che c’è un mosaico dove Dio è raffigurato come donna? E che c’è un posto sull’Ardeatina dove fanno i filetti di baccalà più buoni di Roma??? Avete capito, il libro è divertente e curioso (anche se è stato scritto nel 2005, quindi alcune cose sono naturalmente cambiate e non ci sono più) e almeno a me è venuta voglia di prendermi la macchinetta fotografica e andare in giro e farmi parecchie delle Isole che ci fa conoscere Lodoli. Non fu mai più appropriato augurarvi in questo caso un “buon viaggio”.

Le cose arrivano a volte in modo strano. Girando su internet e guardando alcune cose del cammino ho letto una frase di Diogene: Solvitur Ambulando.

Vuol dire:  (I problemi)  si risolvano camminando. Bello no?

 

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.