Quando si atterra a Rio de Janeiro e hai finito il controllo bagagli ci sono quattro postazioni per i taxi. Quando sono uscito io in tutte e quattro le postazioni c’erano della Signore molto procaci che cercavano di carpire la tua attenzione in modo molto, diciamo, colorito. Non sono un grande viaggiatore ma ne ho viste di città. Per ognuna puoi dare una definizione. Madrid elegante, Vienna imperiale, New York vitale, ma Rio ragazzi miei, Rio è Rio.
I Brasiliani sono persone molto semplici e informali. L’ armonia del sud del mondo si sposa con la natura. È una sensazione netta, quella di stare tra persone che vedono la vita in un modo diverso da te. Rio è una città che sembra lottare tutti i giorni con la natura. Il mare da una parte, il mare dall’altra, la foresta sub-tropicale che fa da cornice a quelle alte colline che tutto il mondo conosce, il Pan de Azucar, il Corcovado.
La spiaggia di Ipanema sarà lunga una decina di chilometri. La spiaggia è bianca, morbida. Pochissime persone usano il telo da mare. Si possono affittare a due lire delle piccole seggioline e dei piccoli ombrelloni. Mi ero portato un libro per il mare, ma il mio amico mi dice appena lo vede: ” mettilo via, qui a Ipanema passa il mondo” .
Vero.
Ho visto un signore che vendeva strumenti musicali, una signora che vendeva empanadas, buste di ” globo ” un biscotto salato buonissimo, thè freddo portato con due bidoncini a tracolla uno con il thè e l’ altro con il limone. Venditori di Acaí chiamato anche il frutto della vita. E poi un pazzo vestito con i colori della bandiera brasiliana (e i capelli verdi) che cantava tra un ombrellone e l’ altro, e poi uno che cucina il formaggio fuso, l’ altro portava gamberi alla griglia, e poi cocco, frutta, banane, vestiti, cappelli, e poi zucchero filato, gelati. Erano vecchi storti e bruciati dal sole, donne belle, donne brutte, bambini, un tizio che meditava rivolto al sole che tramontava, tutto il mondo stava li.
Le donne di Rio, belle o brutte, grasse o magre, si mettono tutte il tanga.
Nei negozi di Rio ci sono dei cartelli dovunque che citano una frase ” gentileza gera gentileza” la gentilezza genera gentilezza. Sarà forse che solo in Italia quando vai in un negozio sembra che gli stai sulle palle? Quando hai a che fare con i Brasiliani, chiunque sia, la prima cosa che fanno è sorridere, ma per davvero.
Sulle spiagge di Rio il mare è Oceano, dunque le correnti sono molto forti. I bagnini sul mare sono Bomberos, cioè pompieri. Mettono dei cartelli dove la corrente converge e dunque dove non bisognerebbe andare altrimenti arrivi in Sardegna. Se qualcuno ha difficoltà in mare succede quello che vado a raccontarvi che ho visto in diretta:
Arriva un elicottero rosso dei pompieri, si mette sopra la persona che sta in difficoltà, dall’elicottero si buttano due o tre pompieri vestiti con muta e pinne. L’elicottero si abbassa e fa scendere una rete. Uno dei pompieri si mette nella rete con il malcapitato mentre l’altro o gli altri vanno a nuoto sulla riva. l’elicottero tira su la persona e se lo caricano in elicottero. L’elicottero poi si abbassa e mette la rete in acqua per far tendere la cima, appena fatto questo tira su la rete. Una volta che tutto è a posto l’elicottero si gira verso la spiaggia e atterra un attimo sulla sabbia per caricarsi i due pompieri di prima. Durata di tutto questo? 10 minuti circa. Altro che Bruce Willis.
E poi siamo andati a Curitiba, città ecologica e verde nel sud del Brasile. Quando vai nei parchi di questa città ti aspetti sempre che esca un giaguaro o un coccodrillo. La foresta è presente e pressante e da una sensazione di natura vera. Qualcosa che ti entra dentro. Ci sono parti di Curitiba che sembra di stare in Svizzera, e poi esci un pò e trovi case che sono in bilico su colonne di mattoni.
Ho conosciuto un Signore che alle 9 in punto da dà mangiare agli uccelli. Alle 9 meno 10 circa gli alberi e i fili dell’elettricità davanti a casa sua sono pieni, dico pieni di uccelli di tutti i tipi che lo attendono. Lui allora prende un contenitore e sulla stradina selciata del suo giardino inizia a seminare il mangime, e loro scendono. Un tappeto di piume. Un uomo che nutre la natura.
A Rio hanno accettato di mettere la polizia nella favelas e dunque la situazione è migliore di anni fa. Sembra che a San Paolo non sia così.
Ho avuto il privilegio di andare in una scuola ricreativa in un quartiere disagiato. I bambini vanno a scuola la mattina dalle 8 alle 12 circa e poi sono lasciati nelle loro realtà familiari che spesso non sono delle migliori. Allora ci sono istituzioni prevalentemente create su base volontarie, che prende questi bambini per mezza giornata e li fa leggere, giocare, e soprattutto mangiare. In questa scuola quel giorno c’era un signore che era andato in Nepal e aveva stretto amicizia con un elefante. Ha scritto un libro sulla sua avventura e girava le scuole brasiliane per presentare il libro di questa amicizia tra un uomo barbuto e un elefante rosa. Una mia amica carissima ha creato insieme a alcune sue amiche, una piccola realtà che porta i libri in queste scuole e li fanno leggere e discutere ai bambini. Si chiama “freguesia do livro” e quindi ha invitato il signore che si è presentato con un grande elefante di peluche appunto rosa. Queste donne prendono libri che gli altri buttano e li leggono insieme ai bambini. Ho visto un pacco arrivato dall’Olanda. Una Signora Olandese aveva raccolto in giro dei libri per bambini in olandese. Conoscendo poi il portoghese, la Signora ha tradotto tutto quello che c’era scritto stampando le parole e attaccando sopra le parole brasiliane a quelle olandesi. Forse il mondo non si cambia con questa cosa, ma almeno queste persone ci provano.
Il pão de queijo (pane di formaggio) è un pane, fatto in diversi modi, anche piccolo e tondo che sta dappertutto. lo vendono caldo, piccolo, grosso, e è buono. Molto buono.
Alcuni di questi bambini rubano. Altri trovano espedienti per vivere. Alcuni avevano occhiaie sotto gli occhi. Si, 8 o 9 anni con occhiaie. Ho visto una bambina che mentre gli altri giocavano, lei si è messa in un aula vuota e sdraiandosi su di un materassino si è addormentata. Un sonno profondo, un sonno giusto.
Nelle autostrade ti fermi e ti puoi bere il succo di canna freschissimo, o puoi scegliere dai diversi tipi di banane, o ti puoi mangiare del mais bollito, o ti puoi mangiare un pan de queso, o puoi stare li e guardare tutte queste meraviglie e sentirti in un posto dove il dolce è inserito nelle molecole dell’aria.
Il mio amico vive li da 30 anni. È un emigrante Italiano che si è fatto il mazzo e ora vive bene. Sono andato li per festeggiare il suo trentennale, ma ci tornerò sicuramente prima dei prossimi 30 anni.
Qui in Europa dovunque vai si parla ormai di crisi. Io ho due miei amici che hanno perso il lavoro. Quello che viene drenato dall’Europa si riversa nei paesi come il Brasile dove ancora se hai coraggio puoi vivere decentemente senza aspettare se Berlusconi si ricandidi o no.
Ho rivisto un ex collega in pensione della FAO che è sposato con una Brasiliana. Lui va avanti e dietro tra Rio e Roma. Vive in una casa su Copacabana. Era molto rilassato. Scrive ogni tanto su un giornale nazionale dando il punto di vista di un emigrante davanti al Brasile. Si, anche il Brasile ha i suo difetti, ma è come se li fosse il nuovo mondo e noi in Europa fossimo il vecchio.
La Saudade esiste. Non è uno stato della mente, è più che altro una “mancanza”. Gli alberi a Rio hanno delle orchidee intorno al troco. Alberi vecchi che sono abbracciati da orchidee. Ecco, quando tu vai in Brasile, il Brasile ti abbraccia. E tu quando torni a casa senti ancora il profumo dolce di quella gente, di quel cibo, di quel verde.
E ti manca.