Shutter Island

Per la prima volta mi è accaduto che sono confuso sul consiglio da darvi dopo aver letto un libro e visto il film tratto dallo stesso.

Sto parlando del libro “L’isola della paura” di Dennis Lehane (autore anche di Mystic River) e del film “Shutter Island” di Martin Scorsese.

Generalmente si dice che bisognerebbe leggere il libro per capire meglio il film, ma in questo caso non saprei cosa consigliarvi.

Il libro, che io considero un capolavoro del suo genere, è uno psico-thriller che ti prende e non ti lascia più fino alla fine. Siamo ai livelli di Mc Grath.

Narra dell’agente federale Teddy Daniels che viene inviato sull’isola di Shutter, al largo di Boston, dove si trova l’Ashecliffe Hospital, destinato alla detenzione e cura di criminali psicopatici e pericolosi per la società. Sembra che sull’isola vi sia stata la scomparsa di una condannata per omicidio, tale Rachel Salando, e lui deve capire che fine ha fatto. Tutto questo mentre un uragano si abbatte sull’isola impedendo qualsiasi collegamento con l’esterno. Seguiamo le indagini di Daniels che poi diventano un lento cammino dentro se stesso. Sull’isola regna il mistero e non si capisce come può sparire una persona su un’isola deserta, ma la grandezza di Lehane viene proprio dal fatto che le domande iniziano ad essere tante, e Daniels inizia a porsi domande anche su se stesso. Si aprono scenari e dubbi che iniziano ad intaccare ciò che per noi è la realtà confermando che a volte non tutto quello che vediamo è appunto reale. La differenza tra verità e vero. La fine del libro serba un colpo di scena che ti fa chiudere la copertina con quella faccia d’idiota (che spesso ho) dopo che un autore ha preso il tuo cervello e ci ha giocato a briscola. Bello, intrigante ed esaltante. Dopo parecchio tempo ho poi visto Shutter Island e debbo dire che l’arte di Scorsese viene pienamente confermata. Alla fine del film, mi sono trovato a pensare “mannaggia, se non avessi saputo come andava a finire forse mi sarei goduto di più il film”, ma probabilmente mi sarei rovinato il libro. Vabbene, che vi devo dire, fate vobis. Vi dico comunque che nonostante sapessi più o meno tutto dal libro, il film è notevole. Scorsese riesce a misurare e separare la realtà dall’immaginario, e il lento disgregamento di Daniels viene mostrato molto bene nella pellicola.

Naturalmente oltre al “manico” di Scorsese uno dei motivi principali sono gli attori; parliamo di calibri come Mark Ruffalo, Ben Kingsley ed il mitico Max von Sydow ma una menzione speciale (tipo notte degli oscar) va a Leonardo di Caprio che qui raggiunge vette che lo avvicinano (lo so che ora storcerete la bocca….) al De Niro giovanile. La sua capacità di rendere le sfumature e la lotta interiore di Teddy Daniels rimarrà parecchio impressa nella mente. L’unico problema che ha Di Caprio secondo me è la sua faccia. Ha 36 anni ma sembra che ne abbia 20. Bisognerebbe fargli fare un po di galera …. scherzo naturalmente. In finale, se volete capire cosa vuol dire la parola rimozione, leggete e guardate

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