Alla fine della pagina troverete una simulazione 3D fatta molto bene e piena di dettagli del famoso incidente, finito bene, del volo US Airways 1549 del 15 gennaio 2009. Guardate e comprederete cosa vuol dire la parola professionalità. Nessun dubbio su questo, ma io volevo di fatto soffermarmi su un dettaglio in particolare.
Sapete tutti che ho fatto l’aeronautico, le selezioni Alitalia, e dunque conosco abbastanza bene questo mondo.
Ora, giustamente, il Capitano Sullenberger e il suo vice Skiles sono considerati eroi, in particolare modo per come hanno gestito l’emergenza.
Nell’addestramento dei piloti ci sono anche parecchie ore di simulatori di volo dove si replicano situazioni fittizie d’eventi più o meno catastrofici atte a dare la conoscenza ai piloti di quello che è meglio fare in momenti di quel genere. Cose tipo “tempesta di fulmini che colpisce l’aereo, e poi entrambi I motori si fermano, e poi il carrello scoppia, e poi il co-pilota sviene, e poi una invasione di cavallette, ecc.”. I piloti non pensano mai ai passeggeri, pensano solo a portare quel bestione da un punto all’altro seguendo le direttive della loro compagnia in materia di sicurezza ed economia del volo. Il Capitano Sullenberger non pensa che ha 150 persone dietro al suo culo, pensa solo di fare in modo che lui possa salvare il suo di culo per poi salvare quello dei suoi passeggeri. La parola “brace” è la chiave di tutto. Quella parola significa “signori miei, ora le vostre vite sono veramente nelle mie mani, cazzo”. La parola “cazzo” è importante.
Allora, l’aereo decolla, I flap vengono tolti, il check list di partenza viene terminato. Tutto bene fino a che uno stormo di uccelli becca l’aereo. Sembra che fossero anatre canadesi. Una delle cose più pericolose che possano accadere. Mentre le pale delle turbine arrostiscono I poveri uccelli (pensate che è stata trovata una piuma in uno dei motori!!!) il Capitano Sullenberger e Primo Ufficiale Jeffrey B. Skiles affrontano l’emergenza. Entrambi I motori perdono potenza, anche se il sinistro ogni tanto funziona. Finiscono la virata d’uscita dal decollo e l’aereo si trova praticamente sul fiume Hudson. La torre prepara l’atterraggio d’emergenza, ma l’aereo non può farcela. Il piccolo aeroporto di Teterboro sta sulla destra, ma non avendo potenza non ci possono arrivare. Il comandante Sullenberger decide, ripeto, decide di atterrare sull’acqua. Il Primo Comandante Skiles prepara la procedura d’atterraggio d’emergenza. Mentre il comandante da l’ordine di “brace for impact” all’equipaggio e ai passeggeri, i piloti decidono di mettere I flap per rallentare e per dare più portanza alla bestia. Insomma stiamo in finale, tutti sanno che si sta atterrando sull’acqua, tutto è pronto. E qui viene la vera grandezza di questi due esseri umani.
Al minuto 21.2 Sullenberger, con l’aereo in discesa sull’hudson dice a Skiles “got any ideas? ” e Skiles risponde “actually no”.
Penso che questo sia bellissimo. Cosa vuol dire veramente la domanda “got any ideas?”. Sullenberger ha I dubbi (e chi non li avrebbe), paura, o semplicemente vuole essere confortato dal tizio vicino a lui che sta vivendo quel casino respirando la sua stessa aria? Una crepa nella mente analitica di un grande professionista? Oppure Sullenberger si è visto con la coperta di Linus ed il dito in bocca e si gira verso Skiles e cerca una carezza? Penso che con “got any ideas?” Sullenberger ci ha dato una delle più grandi lezioni che un uomo potesse darci.
Naturalmente tutti I 150 passeggeri si sono salvati. Sullenberger è stato l’ultimo ad uscire dall’aereo quel giorno.
Sembra che negli incontri successivi all’evento, sia nato l’amore tra due passeggeri. Bella storia.
http://www.youtube.com/watch_popup?v=tE_5eiYn0D0#t=109