Radu Mihaileanu è un regista Rumeno. Anni fa, mentre tutto il mondo vedeva “La vita è bella” di Benigni, misero nelle sale “train de vie” di Mihaileanu. Se dobbiamo parlare di film sull’olocausto, “train de vie” è molto ma molto più bello ed interessante del film di Benigni.
Ora, dopo che appena adesso un fulmine mi ha colpito entrando dalla finestra, veniamo a noi.
Ci sono persone che hanno molta difficoltà ad accettare una cultura, una religione, un paese. Chiamiamoli trans-nazionali, inter-culturali, insomma come vi pare. Persone che si contaminano, che sono curiosi di mangiare cibi strani, che vogliono sedersi ed ascoltare storie strampalate di persone strane. Mihaileanu è uno di questi. A lui non importa la logica o la realtà. Lui prende delle piccole storie (sembra che “il concerto” sia tratto da una storia vera) e ne creano una coperta piena di colori e sapori.
Non ci credete? Allora andatevi (caldamente consigliato) a vedere “Il Concerto”. La storia? presto detta.
C’è un vecchio direttore d’orchestra proveniente dalla madre Russia ai tempi del comunismo pre glasnost che per raggiungere “l’armonia e la perfezione di Pyotr Ilyich Tchaikovsky ” si mette nei guai con il compagno Breiznev. Gli tolgono la direzione dell’orchestra del Bolshoi, e lo mettono a fare le pulizie.
Un bel giorno, mentre pulisce la scrivania del “compagno direttore del Bolshoi” legge un fax appena arrivato. Si richiede un concerto dell’orchestra del Bolshoi….a Parigi. E lui che fa? Si, immaginate bene. Si spaccia come direttore dell’orchestra e alla fine risponde ai Francesi “grazie, verremmo da voi per il concerto”. Inizia a chiamare I suoi vecchi orchestranti, e si mette a cercare gli strumentisti che mancano. La ricerca è esilarante, ed è proprio grazie alla composizione dell’orchestra che vediamo il genio di Mihaileanu. C’è l’ebreo che dispensa saggezza al figlio, lo gitano che suona il violino e che “rimedia tutto”, il russo, il ricco russo, il violoncellista che guida un’ambulanza, insomma un’umanità che è la nostra, che noi incontriamo ogni giorno per strada. Basterebbe fermarsi e guardare. Guardare.
Il film fa ridere e piangere, con trame e sottotrame. Vi consiglio di vivere attentamente due delle scene del film che sono da antologia:
la distribuzione dei passaporti e dei visti all’aeroporto…da morire dalle risate….e il matrimonio dei ricchi Russi. In 10 minuti di matrimonio il regista ci da uno spaccato impeccabile e perfetto della nuova Russia.
Una chicca per cinofili: L’attrice Mélanie Laurent che fa la violinista è la protagonista di un altro recente film mitico e strampalato pure quello………caffé pagato a chi indovina.
P.S. Andreï Filipov (il direttore esautorato) poco prima del concerto, mentre parla con il dirigente (falso) del Bolshoi da la più bella definizione di “comunismo” che io abbia mai sentito.