Avatar. Ebbene si.

Una volta andai a Disneyland Paris. Insieme a noi c’era anche una bella bambina di circa 6 anni. Ad un certo punto tra negozi e pupazzi,  siamo andati a farci un giro su una giostra dove si prendeva una piccola barchetta. Questa barchetta entrava attraverso dei tunnel e ti portava in alcuni mondi colorati e sbrillantinosi con bambini che cantavano e che erano vestiti con drappi, cappelli, gonne, da tutto il mondo. Siamo dovuti andare tre volte, e lei ogni volta s’illuminava. Alla fine del terzo giro le chiesi: “ma perchè ti piace così tanto?”. Lei mi rispose:  “perchè è bello”.

Avatar è bello.

La storia non esiste, è una scialba fotocopia del racconto di Pocahontas, ma non conta. Non conta nemmeno che a me non piace il 3D, perchè questo è un tipo di 3D speciale. Mentre gli altri film ti buttano addosso sassi, fiocchi di neve, pali, ecc. per darti la sensazione di “uscire” dallo schermo, questo Avatar 3D ti ci porta dentro. È un’esperienza sensoriale. Nei primi 10 minuti continuavo a pensare “ma come cazzo hanno fatto a fare questo?”. I colori, I riflessi degli occhi, l’acqua, il cielo, tutto ti fa vivere in un mondo creato dal cappellaio matto di Alice, dopo essersi preso un acido, mentre gioca alla playstation.

Insomma, notevole. Veramente un film notevole che anche se non cambierà la storia del cinema, indubbiamente ne ha spostato il cammino. Alla fine, dopo 3 ore volate sulle ali di un drago, siamo usciti inebetiti. Uno dei miei amici mi ha detto “ora capisco come si sentono I bambini dopo la visione dei film della Disney”. Non posso che sottoscrivere.

Portatevi un lecca lecca, mettetevi I calzonicini corti e andate.

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