Eroi. Chi sono costoro? Proiezioni dei nostri bisogni? Nostri alter ego? Pazzi?
Eric Bishop, il protagonista del film di Ken Loach, è un postino di Manchester. Come tutti I personaggi di Loach, vive ai limiti della decenza. Proletari nel vero senso della parola. Case tristi in sobborghi umidi. Fumo, piatti con cibo rimasto da giorni, lenzuola sporche, storie d’amore devastanti.
Eric Bishop ha fatto tanti errori in passato. Lasciato dalla moglie con la quale aveva avuto una figlia, vive da solo con I due figli adottivi ormai adulti e nullafacenti. Lui tenta di sistemare le cose, ma andare contro mano non è facile. Ogni tanto fa il “baby sitter” alla sua nipotina, figlia della figlia, e ha il terrore di vedere la sua ex moglie. Lui l’amava, e ballava con lei nelle competizioni di ballo. Forse l’ama ancora, e vorrebbe ancora ballare con lei.
Nel gruppo dei postini, c’é ne uno che s’interessa di libri sul “pensiero positivo”. Un giorno, durante una pausa del loro lavoro, cerca di elevare I presenti chiedendo loro a “da quale personaggio positivo vorrebbero trarre energia”. Escono nomi come Mandela, Kennedy, Bogart..il buon Eric sceglie Eric Cantona, personaggio di un poster gigante che sta nella sua camera da letto. Eric Cantona è Francese, giocatore di calcio, attaccante, eroe del Manchester United, ed Eroe e Mito. Famoso per le sue reti, per I suo passaggi, e soprattutto perchè una volta ha picchiato (con un calcio volante alla kung fu) uno spettatore che lo stava offendendo prendendosi 9 mesi di squalifica. Una personalità vera sia nel bene che nel male.
Ebbene, qui Loach fa qualcosa che non è da Loach. Loach fa tornare Eric a casa sua e mentre si fa delle domande su quello che dovrebbe fare per risolvere la sua esistenza, sente una voce. La voce di Eric Cantona in pelle ed ossa. Il suo eroe infatti si materializza ed inizia a guidarlo. Come se avesse un Dio tutto per lui. Quanti di noi avrebbero bisogno di un Cantona alla proprie spalle, che consiglia, che spinge ad agire, che vede oltre noi?
Da quel momento il film prende un altra piega e diventa qualcosa di diverso, una storia di speranze, d’amore, di rivalsa. Non stiamo ai livelli dei film USA degli anni 40, stiamo tra un gruppo di panzoni che s’incontrano in un pub e mentre bevono birra ad ettolitri, si prendono in giro perchè quello è l’unico modo che hanno per dirsi che si vogliono bene.
Eric trova il coraggio e fa qualcosa che va “oltre lui stesso”. Paradossale e nello stesso tempo simbolico, nel momento dell'”azione” I protagonisti si mettono tutti la maschera di Cantona. Forse abbiamo bisogno di una maschera per compiere “l’azione giusta” per la nostra esistenza?
Non so, ed il film non da risposte in effetti, ma ci fa vivere momenti molto profondi e belli facendoci sperare nell’amicizia, nell’amore vero, nel sacrificio, e nella famiglia…..non come l’indendono però I politici italiani.
Una favola moderna, uno spaccato delle vite di ognuno di noi, e una dimostrazione che se rimaniamo da soli è difficile affrontare I nostri antri bui, a meno che non incontriamo il nostro Cantona.