Si può fare

Alda Merlini, la più grande poetessa Italiana vivente che ha vissuto tanti anni in manicomio sostiene: ” Alcuni pensano che la poesia sia una terapia, ma non lo è; è una vocazione. Il poeta nasce felice. Sono gli altri che gli procurano il dolore “.

Alla fine del film “si può fare” , appena accese le luci, molti spettatori sono corsi via. I cinefili sanno che questo vuol dire che la maggior parte era commossa e stava piangendo. Beh che vi debbo dire, questo piccolo film low budget di Giulio Manfredonia per me è il migliore film Italiano dell’anno (se la batte con Gomorra). L’unico attore conosciuto è Claudio Bisio, oltre tutto mai così misurato e bravo.

La storia narra di una delle magnifiche consequenze della legge Basaglia che aprì le porte dei manicomi. Una delle leggi più coraggiose e controverse degli ultimi decenni. Parla anche del significato profondo dell’essere di sinistra, di aiutare il prossimo, di fare qualcosa perchè ci si crede nonostante a volte si prendano delle randellate in faccia. Il film si tiene in piedi soprattutto per la recitazione dei comprimari. Ogni attrice e attore recita una sfaccettatura di quello che noi chiamiamo “pazzia” (semplicemente perchè non ci fermiamo a comprenderla). C’è il ragioniere, il violento, l’autista, il presidente, ed ognuno porta in sè la realtà di quel mondo. Sapete tutti che purtroppo quei luoghi, quelle cliniche, le conosco bene. Ho incontrato anche io ragionieri, spie della CIA, vegetali imbottiti di psicofarmaci. Luoghi pieni di odori, maglioni lisi e vecchi, sigarette, strusciate di piedi.

Questo piccolo film ci fa vivere con dolcezza e simpatia I lati umoristici e l’umanità di chi è giudicato pazzo. A volte la definizione di “pazzia” si basa sulle regole sociali che a volte tendono a schiacciare le persone invece che farle volare.

Per finire, godetevi una delle ultime scene: il discorso del Presidente. Una scena capolavoro che raccoglie tutti I profondi significati di questi esseri umani che convivono con la sfortuna di essere più fragili e sensibili dell’ambiente da cui provengono.

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