Ci sono film che ci battono sulla spalla, lievemente. Per farsi vedere.
A volte vengono d’estate….quando la stagione dei film finisce…e magari è nelle sale per un paio di settimane.
Il titolo originale é “things we lost in the fire” che é una bellissima frase che raccoglie tutto il film. É un film che parla di un lutto che coinvolge una famiglia e che coinvolge anche un amico del morto.
Parla di Hally Berry e Benicio del Toro che dimostrano che recitare é un arte.
Smarrimento davanti a qualcosa che non si comprende ma che fa parte di noi. Lutti che noi infliggiamo a noi stessi.
Sguardi di occhi scuri che scrutano una vita che si pretende di vivere, ma che in realtà vive noi.
Quante volte facciamo del male per farci del male…tante… a volte troppe volte…
E poi ci domandiamo: ma la salvezza c’é?
Parole come stima, amicizia, fiducia, rispetto, amore……quanto peso hanno quando guardiamo noi stessi accucciati in un angolo di una strada sporchi del nostro vomito e stanchi di vivere? Lui é così perchè sa troppo, o troppo poco?
E quanto amore c’é nell’andare a prendere questo ammasso di cellule e amarlo? quanto?
Forse non c’é salvezza. Forse c’é solamente massaggiare il lobo di un orecchio o abbracciare un bambino.
Non vi dirò di vedere questo film, non vi dirò di “guardarlo a tutti I costi perché è molto bello e molto vero, anche se molto duro”.
Vi dico solamente che c’é , e che una regista Danese, Susan Bier, ce lo ha raccontato. E fate voi.